martedì 20 dicembre 2011

I colori dei sentimenti

Rossa è la rabbia
come il fuoco distruttore,
come la brace che sembra innocua,
ma è sempre l’ultima  a spegnersi.

Gialla l’allegria
come il sole estivo,
come lo splendore dorato dei suoi raggi
che ti illuminano il cuore
e che ti fanno ballare.

Verde la speranza,
nel dolore,
di tornare a vedere:
prati d’erba fresca
ed una vita migliore.

Azzurra è la libertà
di nuotare nel mare,
di poter alzare
gli occhi al cielo.

Bianca è la pace,
che in sé racchiude
tutti i colori dell’arcobaleno
come quando,
dopo il temporale,
ritorna il sereno.

Ilaria Scarabottolo 3A

I diritti di tutti i bambini





Video realizzato da Bianca Orlando 1F

Corsa campestre


                                                                        
Drin! drin! suonò la sveglia e alle 8 in punto ero attiva , non vedevo l’ora di fare la campestre. Mi alzai, feci colazione con biscotti e te, guardai l'ora.
Erano solo le 8.30 allora aspettai altri dieci minuti. Continuavo a girare per la casa, ero troppo agitata, avevo anche un po’ di paura.
Arrivate le 8.45 partii con i miei genitori verso la scuola di S. Agostino. Arrivati lì , la professoressa  mi indicò dove andare a cambiarmi. Trovai le mie amiche ed insieme andammo alla palestra con tutti gli altri.
Salutai i miei genitori, poi il professor De Vivo ci spiegò il percorso  che dovevamo fare. Allora noi ragazze  cominciammo il riscaldamento.
Le ragazze sono partite per prime, mentre i ragazzi subito dopo. Dovevamo fare un kilometro, e faceva molto freddo.
‘’ Pronti…..prtenza….via!!!’’ disse il professore , le gambe mi tremavano. All’inizio ero tra i primi perché sono veloce, al secondo giro incominciai a rallentare perché non c’è la facevo più e …     

Sara Checchetto 1 A

Iris


                                                    
C’era una volta, lontano lontano, un castello che alcune volte appariva e altre no.
Regnavano un re e una regina che stavano per avere una figlia. La regina, però, stava molto male. Il re, allora, preoccupato, cercò qualcosa che la facesse stare meglio. Andò da un’anziana signora, esperta in magia, che gli diede una pozione per farla guarire. Il re la prese ringraziando,  corse al castello la diede alla moglie, che subito si sentì meglio. Allora tutto il regno fu felice e accolse con gioia e lunghi festeggiamenti  la nascita della principessa Iris.  Fu chiamata così perché la pozione che la madre regina aveva preso conteneva un petalo di iris magico.
L' anziana vecchietta, furba come non mai,  vi avevamesso dentro, oltre al petalo del magico fiore, anche un incantesimo incredibile. Mentre Iris cresceva, la magia dentro di lei si sviluppava sempre di più ed un giorno, la principessa diventò un gigante….
I suoi genitori erano preoccupati perchè se la loro figlia fosse rimasta in quel regno avrebbe distrutto tutto.
Allora Iris se ne andò via, molto lontano dal castello. Attraversò valli, monti, fiumi, mari e deserti per trovare una soluzione, ma non ci riuscì. Iris passava tutto il suo tempo a piangere . Tutti gli animali e le persone scappavano da lei . Un giorno, mentre camminava in riva ad un lago, un elfo di nome Slippy apparve davanti a lei  e le disse di andare  nella grotta  chiamata‘’Tre passi’’.
Iris chiese il perché, ma l’elfo tacque. Allora la principessa partì e andò nella grotta.
Dentro c’era un mago, di nome Etlemis, con una lunga barba bianca e un vestito color smeraldo . La principessa gli disse che un elfo l’aveva mandata da lui. Allora il mago le diede una pozione che finalmente la fece ritornare una bellissima principessa.
Allora  Iris potè ritornare a casa.
Il re e la regina la accolsero con gran gioia e tutto il regno festeggiò, con una grande cerimonia, il suo ritorno. Ma lei, per essere felice del tutto, doveva completare l’incantesimo del mago Etlemis facendo bere alla cattiva vecchietta, invitata anche lei alla cerimonia, il vino magico  che l’avrebbe imprigionata per sempre in uno specchio, da dove non sarebbe uscita mai più. La vecchietta, non sapendo nulla di quello che le stava per accadere, bevve il vino e la magia fu compiuta.
Tutti furono felici e contenti perchè il regno era di nuovo libero da ogni malvagità.
Così la principessa si sposò con un bellissimo principe ed insieme regnarono per molti anni………

Sara Checchetto 1 A 

Silente, è per te



Caro Silente,
è bello il tuo utente!
Sei molto intelligente
quasi più della mia mente
che lavora lentamente
infatti vola nell’aria leggermente
ma si sente
soprattutto con la gente.
Il dente
 di una tigre è molto tagliente
e la tigre corre felicemente.
Ho visto che l’altro giorno hai preso insufficiente
però hai un po’ rimediato con sufficiente
deve essere sofferente,
almeno ce l’hai il salvagente
 per tornare in oriente
oppure in occidente
per studiare correttamente.
Sai che l’ambiente
si curerà prossimamente,
a volte è divertente
soprattutto con il torrente
che scorre dolcemente.
Se c’è un serpente
devi stare all’erta molto attentamente
io lo sono, sono diligente
sai sono un mago con l’ingrandimento di una lente
ma le formiche sono lente.
La puzzola è puzzolente
e similmente
a un porcello fetente.
Il lottatore di restling ovvero il perdente
ha perso un dente.
Tu non avrai capito niente
è molto deprimente
per te magari morente
per fortuna (almeno spero) non è opprimente.
Dal tuo amico Clemente.
Sofia Noventa 1°E






Scheda libro "La foresta magica è in pericolo"


TITOLO: La foresta magica è in pericolo
AUTORE: Michael Stephens
NOTIZIE SULL’AUTORE: Michael Stephens è passato attraverso numerose peripezie in luoghi un po’ fuorimano. Dopo essersi laureato in legge a Umberi, stava per salpare  alla volta dell’Antartide per imparare dai pinguini come si fa a vivere nel freddo e con poche cose da fare, quando la sua nave è scomparsa. Vive a Sydney con la sua famiglia.
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO DÌ PUBBLICAZIONE: 2007
GENERE LETTERARIO: romanzo fantasy
NUMERO PAGINE: 313

TRAMA:
Una buia e tempestosa notte, una donna, che teneva tra le mani un bambino in fasce, stava scappando dai lupi, nella Foresta Fonda. Si arrampicò su un albero e appogiò il fagottino tra due rami, gli diede un bacio e scappò per sempre. Griffin stava dormendo, quando il grande rumore dei lupi lo svegliò. Un gufo, Sog, lo convinse ad andare a prendere la creatura in lenzuola. Griffin era un Blat, tutti erano Blat da quelle parti. Erano alti come metà viso umano e vivevano su delle minuscole casette sugli alberi. Erano abili arrampicatori e giocatori di golf. Il piccolo venne accolto tra i Blat e venne chiamato Pinguel. Dopo varie avventure, disavventure, scoperte e partite a golf, Pinquel diventò adulto. Conobbe Graf, un lupo, e fece amicizia. Un mattino notò il cielo insolito, arancione, e il terreno era sommerso dall’acqua minacciosa che si avvicinava sempre più alle case dei Blat. Un incendio, infatti, aveva colpito la foresta oltre le montagne ghiacciate, sciogliendo quest’ultime e provocando l’inondazione. Molti lupi morirono. Una notte, mentre Griffin dormiva, Sog, il gufo, andò alla finestra di Pinguel e gli disse di andare con lui città, perché i Blat correvano un grande pericolo e, solo lui, li avrebbe potuto salvare. Gli svelò poi la sua origine, Pinguel scoprì infatti di essere un titano. Il ragazzo, Sog e i loro amici, partirono per la città. Arrivati scoprirono che il re aveva catturato tutti i Blat e…


E’ stata una storia molto interessante perché tratta di una popolazione che, anche se molto piccola, riesce a compiere grandi azioni e fare grandi cose. Mi è sembrata più noiosa nelle descrizioni lunghe e più avvincente nei momenti d’azione e improvvisazione. Questi fatti, però, non mi ricordano alcuna mia esperienza, essendo molto fantasiosi,


DESCRIZIONI E RIFLESSIONI:
L’autore inserisce nel racconto molte descrizioni ma non riflessioni. Ricordo in particolare la descrizione della notte in cui la donna abbandonò Pinguel sull’albero. Non ho incontrato nessuna difficoltà nel leggere questo romanzo e mi è piaciuto molto!

PERSONAGGI:
PINGUEL: non è un Blat, è comprensivo, amichevole, coraggioso e altruista
GRIFFIN: è felice, soddisfatto, coraggioso e positivo
RE: è egoista, crudele e ingiusto
SOG: è saggio, comprensivo, convincente, stimolante, altruista e coraggioso

PINGUEL: suscita coraggio
GRIFFIN: suscita aiuto e altruismo
RE: suscita crudeltà e ingiustizia
SOG: suscita saggezza

Ho, secondo me, qualcosa in comune con Griffin, la prudenza, penso sempre prima di agire in alcun modo.

Nella realtà conosco qualcuno come il re, crudele, ma preferisco non dire chi.

AMBIENTAZIONE:
La vicenda narrata si svolge al giorno d’oggi.
I personaggi si muovono nella Foresta Fonda, nelle case dei Blat, in città e nel mare.

STILE:
L’autore usa parole facili e comprensibili. Sono presenti vari dialoghi. I fatti vengono narrati con ritmo veloce in alcuni punti e lento nelle descrizioni.
Lo stile dell’autore è: semplice, fantasioso, originale, familiare, comprensibile, scorrevole e amichevole.

TEMA E MESSAGGIO:
I temi che hanno ispirato l’autore sono: AMICIZIA, CORAGGIO, ALTRUISMO, FEDELTA’, AIUTO, PRUDENZA, PAURA, MALVAGITA’, INGIUSTIZIA, CRUDELTA’, SALVEZZA E FRATELLANZA

Da questo libri ho imparato che tutto è possibile, anche se si è piccolissimi, con l’aiuto e il coraggio si può arrivare  a toccare l’impossibile.

Per me chi legge questo libro diventa una persona migliore perché impara a credere nel compagno e ad aiutare gli altri, salvarli dalle situazioni difficili quotidiane e fare amicizia con loro.

VALUTAZIONE:
Ecco la mia valutazione:
 se potessi andrei oltre…


Giorgia Urbani 2E

PER ME LA MUSICA E’…

             Per me la musica è rilassante
             a volte classica, rock o brillante.

             Per me la musica è vita
             è lo stesso per la mia amica Anita.

             Per me la musica è notevole
             con la sua nota incantevole.

             Per me la musica è uguale
             per tutti gli strumenti è pari e tale.

             Per me la musica è un’amica
             un’amica davvero fantastica.

             Per me la musica è il pianoforte
             che rimbomba attraverso tutte le porte.

             Per me la musica è una relazione
             svolta con cura e benone.

             Per me la musica è divertente
             con le note suonate leggermente.

             Per me la musica è un fiore
             che presenta un bellissimo colore.

             Per me la musica è un fortino
             che non si può abbattere come il Giornalino!!!
Lion Filippo 2G

mercoledì 14 dicembre 2011

Giochi di intelligenza


Sudoku

Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e in ogni quadratone siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.




Se non riesci a risolverlo sotto ci sono le soluzioni 
(non fare il furbo prima cerca di risolverlo!!!!!!)

Il tasto dolente


C’è un signore molto basso che abita in un palazzo al ventesimo piano
Quando c’è sole si fa le scale a piedi e quando piove fa tutte le scale in ascensore. Perché?




La natura, uno scrigno di colori




La nuova generazione



Gli adolescenti come i ragazzi adulti sono quasi tutti dipendenti dalla tecnologia. Con questa parola non intendo solo il computer ma anche la televisione e il telefono cellulare. Non è più come i tempi dei nostri nonni che per sentire un amico dovevano prendere carta e penna, trovare una buca delle lettere e aspettare interi  giorni la  risposta. E’ incredibile come la tecnologia negli ultimi anni abbia così rivoluzionato il mondo; nella vita d’oggi queste apparecchiature moderne sono indispensabili, non sapremo nulla di quello che accade nel mondo senza il televisore; internet invece è molto utile per fare ricerche più avanzate. Per lavoro è utile anche  il cellulare  perché permette di comunicare molto più velocemente (alcuni secondi) senza dover aspettare per giorni e giorni. Queste invenzioni non hanno solo aspetti positivi ma anche aspetti negativi, infatti si possono avere problemi alla vista, oppure, se si sta troppe ore davanti al computer, si potrebbe creare una vita parallela alla vita reale e si rischia di mettere al primo posto la tecnologia e al secondo gli amici, quando la cosa dovrebbe essere contraria. In internet troviamo vari social network, il più usato dagli adolescenti ma anche dagli adulti è facebook. Il lato positivo di questo sito è che si possono conoscere nuovi coetanei, ma un lato negativo è che molte ragazze mettono foto volgari in mostra a tutto il mondo. Dopo un po’ facebook diventa una specie di droga, vuoi passarci pochi minuti, perché devi studiare, ma quei pochi minuti si trasformano in ore e così si va a letto tardi e la mattina seguente si arriva a scuola stanchi ed impreparati alle verifiche o alle interrogazioni.
Io penso che bisognerebbe tenere più tempo staccata la spina e approfitare del tempo libero per leggere un  libro, parlare con i genitori oppure incontrarsi con amici.

Jessica 3°E

Le filastrocche dei nomi


Mariafiore,
ti porta onore e
ha un buon cuore.
Romina,
è una bambina,
molto carina,
ed è una ballerina.
Angela,
è bella,
giocherella,
ed è snella.
Irene,
vuole molto bene,
e per far divertire fa molte scene.
Greta,
ragguiunge sempre la sua meta,
ed è brava a lavorare la creta.
Lisa,
la  città che preferesce è Pisa,
a volte  fa finta di essere stata uccisa.
Sofia,
ha un bella grafia
e ama la compagnia.
Elena,
non è una balena
e  ti invita sempre a cena.
Martina,
è una ragazzina
ed è magrolina.
Arianna,
le piace la panna
e la sua migliore amica è Anna.
                      
 Irene Beccaro 1C e  Angela Accogli 1E


Nella fiaba


Valeria aveva perso l’autobus e stava correndo all’impazzata per raggiungere la scuola, così  prese la scorciatoia per il parco della città. Lo conosceva molto bene perché alla domenica era sempre lì a giocare. Ma quella mattina c’era qualcosa di diverso. L'odore dei pini stranamente non era coperto dallo smog, come di solito, ma si sentiva forte nell’aria. Nemmeno il rumore delle macchine si sentiva ma si udiva solo il canto degli uccelli. All’improvviso vide una bimba incappucciata di rosso e pensò:”Non sapevo della festa di Carnevale!” Allora si avvicinò alla bimba e le chiese :”Fate la festa a quest’ora  che c’è scuola?”
La bimba  rispose :”Che festa? Io sto andando dalla nonna”.
Valeria pensò un attimo dove poteva averla già vista e le venne in mente la risposta! La bambina era Cappuccetto Rosso! Allora la rincorse fino alla fine della strada e la avvertì: ”Non andare nel bosco ! Là c’è il lupo che ti mangerà! “ Cappuccetto rispose :” Ma va! Queste cose accadono solo nelle fiabe! E poi anche se volessi non ti ascolterei!”e se ne andò
 Che impertinente!!!  La situazione era tragica  e non restava che una cosa da fare, ricorrere al piano strategico!  Rincorse  Cappuccetto Rosso e l'informò che c’era una svendita di mantelline, così lei uscì dal bosco in tutta fretta.
 Valeria, liberatasi della bambina, si mise addosso il cappuccio della felpa e si addentrò nel bosco. Incontrò quindi il lupo che le chiese dove andava,   ma lei tirò dritto e fece finta di niente . Arrivata dalla nonna, per confonderla, esclamò :”Forse non mi riconosci per la febbre! Cara nonna!” La nonna ci cascò e Valeria tirò un sospiro di sollievo, aveva cambiato la fine della storia e salvato Cappuccetto Rosso! poteva sentirsi sollevata .
P.S. Valeria ovviamente è arrivata tardi a scuola ma su questa storia ha scritto un tema ed ha preso un otto!
MARIAFIORE TOGNON 1E 

SOGNO DI …












Sogno di viaggiare
per tutto il mondo,             
attraversare mari, montagne e città.

Sogno di vivere
in una foresta
tra alberi, liane, animali
per essere libera come un leopardo.

Sogno di disegnare
la mia vita a mio piacere,
la mia vita perfetta.

Sogno di cantare
la melodia più dolce e lieve.

Sogno di scrivere
una delle più belle poesie mai scritte.

Sogno di costruire
una reggia
per me, per i miei amici e per la mia famiglia.

Sogno di essere una principessa
fantastica e come nelle favole, 
vivere per sempre felici e contenti.

Sogno di essere l’amica
più fantastica del mondo, 
che c’è sempre nel momento del bisogno,
che ti sostiene e che per i suoi amici si fa in 4.


Elisabeth Clara II G


Cachi rossi per Alice

 
Alice era una ragazza normalissima: aveva occhi marroni, capelli biondi, non era tanto alta però  era molto bella !!
L’avevano appena rapita perché doveva diventare la moglie del principe: AZNAD OLOVALLAP. A un certo punto l’astronave, con cui i rapitori avevano raggiunto la Terra, si fermò di colpo e Alice fu presa da due ‘’ omoni ‘’  viola e  portata  in una stanza tutta rossa. La ragazza era molto impaurita!
Alcune signore strane le diedero dei  vestiti giallo limone. Lei  si rifiutò di indossarli ma  venne costretta a farlo.
Dopo, la portarono  in una stanza nera come il carbone dove c’era solo un oggetto che non era nero : un ukulele .
Era di tutti i colori : rosa, rosso, azzurro, indaco, viola, giallo, arancione, verde , blu ecc.
Poi ad un tratto le luci si spensero !  TRR …! Un rumore assordante !!!  tante luci inquadrarono una  porta con una targhetta dove era scritto: SEI IL MIO CACO PREFERITO !  Da  quella porta uscì un piccolo mostriciattolo di color rosso, ma così rosso che sembrava  fosse caduto dentro una pentola di acqua bollente !
Aveva due occhioni  teneri teneri e uno sguardo innocente .
Prese l’ukulele e si mise a cantare : ‘ ‘ OH amore mio… OH amore mio… OH amore mio, ti devo dare un bacino ’ ‘ . Questo ritornello si ripeté per altri 50 minuti !
Alla fine, infilò nel dito di Alice un grande osso di caco e le disse che si sarebbero sposati dopo due settimane. La ragazza rimase perplessa e ritornata nella sua stanza gridò:’’Noooo! ‘’ . Sposarsi era l’incubo di Alice.
La ragazza pianse fino al mattino, con difficoltà si alzò, con gli occhioni rossi di pianto guardò fuori dalla finestra e  vide distese di campi  di coltivazioni di cachi rossi.
 Si vestì con quello squallido vestito giallo limone e andò in giardino.
Prima di uscire, prese un libro intitolato:’’La bellezza del principe AZNAD OLOVALLAP " Uscì e si  sedette sotto un grande albero di  caco e si mise a leggere.
Dopo poco senti – "Pss, pss..-".  Si voltò  e vide un’ aquila.
La ragazza prese paura, d'altronde non aveva mai visto un’aquila .
L’aquila le disse –"Ciao, mi chiamo choco. Sono l’unico esemplare di aquila che vive su questo pianeta . Ti ho sentita piangere ! Il principe ha rifiutato la tua mano?-.
- No, al contrario ! Mi ha già detto che mi sposerà tra due settimane – rispose Alice .
-Ma non sei contenta ? Io lo sarei ! -. – No, io vorrei ritornare a casa mia! Ciao ora devo andare a mangiare, il principe mi aspetta -.
Alice prese il libro e se ne andò , fu stupita dal pranzo perché sul tavolo c’erano hamburger, patatine fritte, hot-dog, pancetta, uova e bacon e l’ambiente le sembrava un McDonald però Alice era incuriosita da quel castello dove era imprigionata.
Mangiò in fretta e iniziò a gironzolare per il castello .
ERA GIGANTESCO !!!
Stanca, dopo aver camminato due ore , si appoggiò al muro,  le pietre si spostarono e crearono un buco sul muro. Entrò, si guardò  attorno, prese una fiaccola e iniziò l’esplorazione .
Sulle  pareti c’erano illustrazioni molto antiche , infatti, a toccarle veniva via il colore.
Alla  fine del corridoio c’erano un sacco di computer. Alice li toccò per vedere se funzionavano, così avrebbe potuto mettersi in contatto con la Terra .
Ma non ci riuscì ! Allora insoddisfatta ,tornò in camera sua.
Mancavano tre giorni alle nozze!! Alice era disperata, perché non aveva trovato il modo per ritornare a casa. Allora uscì in giardino come tutti i giorni e rivide la sua piccola amica aquila.
L’aquila aveva  trovato il modo per farla  ritornare a casa.
  -Ehi,ciao ti ricordi di me?Ho trovato il modo per farti ritornare a casa !-disse l’aquila. -Certo che mi ricordo di te! E quale sarebbe il modo per farmi ritornare ? –domandò Alice.- E’ molto complicato!!- rispose l’aquila .- Ti prego spiegamelo- supplicò Alice. –Dovresti rompere l’anello che il principe ti consegnerà il giorno delle nozze ! Così il tempo si fermerà e potrai scappar via, però devi anche prendere 5 cachi dall’ albero dove leggevi il libro - spiegò l’aquila .- Sono pronta a tutto- esclamò Alice .
Era arrivato il giorno delle nozze ! Tutti gli abitanti del pianeta si erano riuniti per festeggiare quell’ evento .
Alice entrò dalla porta con un vestito lungo ‘’ dieci cachi e un seme ‘’ .
Il vestito era di color azzurro  e indaco e una grande corona era appoggiata sulla sua testa !
Quando venne il momento di scambiarsi gli anelli Alice ruppe quello che era nelle mani del principe, velocemente corse in giardino, prese 5 cachi e salì sull’astronave insieme all’aquila .
Una volta arrivati sulla Terra, dopo un lungo viaggio, Alice impiantò i 5 cachi che aveva preso sul pianeta.
Dopo 5 anni, da quei frutti nacquero dei bellissimi alberelli di 5 colori diversi, in segno di ricordo di quella avventura!

                                                                                Martina Michelotto 1 A

martedì 13 dicembre 2011

LA MITOLOGIA GRECA DI ATENA


Atena era figlia di Zeus e della sua prima sposa Metide, la personificazione della prudenza ma anche della perfidia.  Gea e Urano rivelarono a Zeus che se Metide gli avesse dato dei figli, questi avrebbero superato il loro padre in saggezza e avrebbero rischiato di portargli via il dominio del cielo. Zeus – che a suo tempo aveva compiuto lo stesso manisfatto, detronizzando suo padre – non esitò, visto che Metide era incinta, a inghiottirla tutta intera. Giunto il momento della nascita, Zeus fece venire Efesto, il fabbro divino, e gli ordinò di spaccargli la testa con un colpo d’ascia.  Atena salta fuori tutta armata dal cranio del padre, lanciando grida da squarciare il cielo. La tradizione vuole che questa nascita sia avvenuta in Libia, sulle sponde del lago (o fiume) Tritonis. Sin dal principio Atena era una dea guerreria. Era armata di lancia e di scudo, sul capo portava l’elmo con un occhio, sul petto l’egida coi serpenti sull’orlo e nel mezzo la testa della medusa. È naturale quindi che abbia protetto numerosi eroi, quali Achille, Ulisse, Diomede e Giasone. Ma Atena era una dea dalle molte attribuzioni. Nella sua città, Atene, così come in tutte le altre città in cui era venerata, era una divinità della pace. Atena rimase vergine, e la cosa viene ricordata dal nome del suo tempio, il Partenone, dedicato ad Atena (dal greco Parthenos).                            

ATENA SIGNIFICA SAPIENZA COME IL NOME SOFIA.

Sofia Noventa 1E

Il primo giorno di scuola


Erano le 7.00 quando la mamma mi ha svegliato.
Quello sarebbe stato un giorno strano, felice e …
Dopo aver fatto colazione, verso le 8 sono partita per andare a scuola per trovare delle persone speciali, ovvero i miei ‘’vecchi ‘’ maestri .
Sono arrivata a scuola verso le 8.05, ho incontrato le mie compagne più care e, quando è suonata la campanella, ci siamo unite agli altri bambini.
Una volta arrivate dentro, siamo andate a salutare  le nostre maestre. Era bellissimo perché eravamo tutte dentro quella scuola in cui avevamo passato 5 anni della nostra vita!!!
Una volta uscite, siamo andate a parlare in una pasticceria. Ci siamo mostrate i libri che avevamo, erano tantissimi e quasi tutti diversi .
Erano le 8.50 quando siamo partite per recarci nella nuova scuola.  Quando siamo arrivate, le mamme sono andate a firmare il libretto personale, intanto io salutavo le mie amiche .
Quando a tutti gli alunni è stato consegnato il libretto, il preside ci ha accolto ringraziandoci per aver scelto la scuola secondaria di I grado "M. Valgimigli".
Dopodiché il preside ha chiamato le classi … io ero in 1A, insieme a me c’era la mia migliore amica e altri ragazzi assai strani!
Ci ha accolto una professoressa vestita in modo sportivo, intuì subito che era l'insegnante di educazione fisica .
Ci ha portato in classe e si è presentata, dicendo che era la professoressa Lilla e che ci avrebbe insegnato educazione fisica, eccetera eccetera.
Suonata la campanella di fine ora, è entrata in classe un'altra professoressa. Anche lei si è presentata, informandoci che ci avrebbe insegnato lettere o meglio epica, grammatica, antologia e narrativa. Risuonata di nuovo la campanella, la prof.ssa di lettere, Ketty Demo, ci ha accompagnato in giardino, era iniziata l’intervallo. Io mi sono recata subito dalle mie amiche a raccontare quello che avevo fatto .
L’intervallo era volato e così sono andata a mettermi nella mia postazione e aspettare che arrivasse una nuova insegnante.
La nuova professoressa si è avvicinata a noi e ci ha invitato a seguirla sino in classe. Come le altre anche quest'ultima si è presentata, ci ha detto che era la nostra insegnante di matematica e scienze. Siamo stati con lei per due ore, finché non è suonata la campanella che sanciva la conclusione della prima giornata scolastica nella scuola media. Ero felicissima!!!!!!!!!!!!! J

Martina Michelotto 1 A

Viaggio in Inghilterra

Era un’afosa giornata d’agosto e io, tutto sudato, me ne stavo seduto sulla poltroncina dell’aereo,  come se fossi morto, quando mi ricordai che stavo andando in Inghilterra a trovare la nonna Betty, che mi aveva chiesto di riportarle il suo serpente che mi aveva lasciato  nella precedente visita. Mi alzai di scatto e corsi verso l’hostes. Sappiate che io ho studiato inglese solo alle elementari e alle medie, allora mi sforzai, e le chiesi se avevano un serpente verde fluorescente e viscido. Naturalmente la pronuncia era sbagliata e l’hostess, dopo avere staccato qualcosa da sotto il sedile del comandante, mi mise in mano uno snack marcio, appiccicoso e verdastro. Il caldo stava fondendo il mio unico quarto di neurone rimasto, quindi, non mi resi conto dell’equivoco. Mi misi nello zaino la merendina con cautela e mi buttai sul mio sedile aspettando la fine del volo. Mi svegliai per via dell’altoparlante che urlava: “Stiamo per atterrare, si pregano i passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza”.
Arrivato a casa di mia nonna, suonai il campanello e attesi. Mia nonna mi corse incontro (se correre incontro significa fare mezzo metro al minuto!), mi guardò e la prima cosa che disse fu: “Dov’è? Dov’è il mio cucciolotto?!?" Io, ancora stanco per il fuso orario e  per il viaggio, le misi in mano la merendina ammuffita. Dovete anche sapere che mia nonna è una maniaca della pulizia, quindi quando le misi in mano "l’arma batteriologica", lei dapprima urlò, poi chiamò circa metà mondo tra cui polizia, carabinieri, militari, ospedali, fabbriche, negozi, parenti, eccetera… alla ricerca del disinfettante più potente che esista sulla faccia della terra. Dopo qualche ora passata a disinfettarsi, mi sfrattò, dicendomi che mi avrebbe fatto dormire a casa solo quella notte e che per rimanere dovevo sbrigare alcune commissioni. La prima, che mi ordinò la mattina seguente, fu quella di andare a portare a spasso i suoi sei cani: Lolly, Dolly, Molly, Polly, Titty e Sissi. Dopo qualche ora passata ad inseguire i cani, mi venne un po’ di fame, e fortunatamente trovai davanti a me un distributore di cibi e bevande. Sulla testata c’era scritto “insertcoin”. E allora pensai tra me e me “inserire cane”… Scelsi il più grosso, Lolly, nella speranza che mi desse sia un panino sia una bottiglietta d’acqua. Sfortunatamente il cane si incastrò, e preferisco non raccontare il resto della mia vacanza. Vi dico solo che dopo il viaggio in Inghilterra e gli svariati incidenti a causa della mia scarsa conoscenza della lingua inglese, io Robertino Mc Garret , frequento corsi d’inglese a altre lingue due ore ogni giorno.

                                                                                                 Arianna Vincenzi 2C

mercoledì 7 dicembre 2011

Il Grande Orologio


Lunedì 18 febbraio, Mondo della Fantasia,via della parola 11

Champagne a mezzanotteCaro Diario;
Oggi è davvero un giorno speciale: ho compiuto dodici anni!
Questo significa che, finalmente, dopo tanti anni passati a leggere, correggere e copiare i testi dei ragazzini terrestri per assicurarmi che siano tutti provvisti di lieto fine ( Questo è il compito di noi maghi e streghe della fantasia ) potrò cominciare a scrivere una storia tutta mia!
Sono così felice, quasi non riesco a crederci!
Finalmente avrò l’onore di scrivere su un foglio di carta cose che, fino ad oggi, ho potuto soltanto immaginare …
Oggi, non appena la lancetta del Grande Orologio ha segnato le 10.37 (l’ora esatta della mia nascita), ho preso un quaderno ed una penna e, da quel momento, è stato come se il tempo si fosse fermato: me ne stavo lì, immobile, con la penna sospesa a mezz’aria, a fissare il foglio bianco senza sapere cosa scrivere.
Incredibile!
Io, che aspettavo quel momento da più di dieci anni, non sapevo cosa scrivere!!
Avevo pensato ad un racconto Fantasy ma, non appena ho guardato il foglio, ci ho ripensato: meglio cominciare con una cosa più semplice; poi mi sono ricordata che, quando correggevo le migliaia di pagine di diario ( tipologia di testo molto diffusa tra le ragazze terrestri) sognavo di avere un diario tutto mio.
Ho fatto un gran respiro, ho stretto più forte la penna, ed eccomi qui a scrivere per la prima volta e a raccontarti la tua stessa storia!
Se ci penso mi tremano le mani ed il mio cuore ricomincia a battere all’impazzata … finalmente anche io posso segnare la carta con l’inchiostro, finalmente anche io posso sperare di lasciare un segno, finalmente potrò creare un mondo tutto mio!
Leggo e correggo testi da quando sono nata (Quelli come me nascono con la capacità di leggere e scrivere) ed, ormai, sono un’esperta di racconti ma, prima di provare a scrivere non credevo che fosse così impegnativo; bisogna saper scegliere le parole giuste per narrare, quelle che rendono al meglio i concetti che voglio esprimere … caspita, quanto è difficile tramutare le mie sensazioni in parole!
Forse è per questo che scrivere è una cosa così bella: perché è complicata; perché lo sforzo che si fa per scrivere ogni parola, la rende preziosa come un diamante.
Considero la scrittura un’attività davvero magica perché, alla fine dell’opera, il risultato è un’insieme di pagine luccicanti, nelle quali ogni lettera aggiunge un nuovo riflesso, una nuova sfumatura alla storia.
E’ questa luce purissima ma non aggressiva, visibile nella notte anche a molti chilometri di distanza, ad incoraggiare tanti ragazzi ad afferrare una penna ed un foglio e … a cominciare a scrivere.
Ilaria Scarabottolo 3A

Nei panni di Giulietta

Oggi sono andata a Verona. Secondo me questa è la città più romantica di tutte per il semplice fatto che qui è ambientata la tragedia di Shakespeare “Romeo e Giulietta”, che io adoro, di fatti ora sono nel cortile della casa di Giulietta e sto leggendo per la … Terza volta Romeo e Giulietta! Purtroppo non riesco a finire una delle mie frasi preferite che tutto attorno a me diventa buio; sono svenuta.
Quando riprendo i sensi sento la balia che mi chiama … Perché ho detto “la balia”? Io non ho mai avuto una balia, poi mi accorgo che non indosso i miei vestiti ma un abito del millecinquecento … Ma cosa è successo?! <<Giulietta? Ma dove sei finita?>> E’ meglio che vada, o saranno guai! Mi dirigo verso la stanza da cui la voce proviene e lì trovo mia madre e la mia balia e comincio a parlare con loro secondo il copione, parola per parola e finalmente capisco: Sono Giulietta!!
Parlo con mia madre di matrimonio e dico che è un onore che neanche posso immaginare: ho mentito spudoratamente.
Cosa può interessare ad una quasi quattordicenne di matrimonio?! Non è troppo presto per pensare a certe cose?!
Fortunatamente la conversazione dura solo pochi minuti perché mi devo preparare per il ballo che mio padre organizza ogni anno (è molto noioso, ci sono sempre le stesse persone e nessuno della mia età).
Scendo per la festa con il mio secondo abito migliore, gli ospiti sono già arrivati quasi tutti, vedo tre ragazzi poco più grandi di me che si guardano attorno come se cercassero qualche cosa.
Uno di loro mi vede e viene verso di me, si presenta, mi fa il baciamano …
Il sole si potrebbe definire freddo e pallido in confronto a come sono ora.
Capisco bene perché Giulietta si è innamorata di Romeo e siccome io sono Giulietta è come dire che io sono innamorata di Romeo …
Comunque è proprio molto bello: è alto, magro, con i capelli neri e gli occhi verdi.
Cominciamo a parlare; sembra che il tempo si sia fermato, le sagome dei ballerini sono sfocate, solo quelle di Romeo e di mio cugino Tebaldo sono ben delineate.
Il viso di Tebaldo sta diventando tinta unita con i capelli rossastri e sembra che da un momento all’altro gli possa uscire del fumo dalle orecchie.
Ho sempre detto che è troppo protettivo nei miei confronti, non sono più una bambina!
****
Il ballo è finito, mi affaccio al terrazzo per guardare le stelle e pensare all’incontro più bello che io abbia mai fatto e “contemplo” il nome di Romeo ad alta voce come se bastasse a riportarlo da me.
Improvvisamente appare Romeo che ricomincia a corteggiarmi e mi chiede di sposarlo; io, senza pensarci due volte, dico di sì.
****
Oggi c’è un caldo impossibile, io e Romeo ci siamo appena sposati e usciamo dalla chiesa mentre arriva Tebaldo e questo mi ricorda cosa succede da questo punto in poi della storia: un disastro dopo l’altro … mio cugino sfida mio marito ( è strano pensare di essere già sposati) quindi intervengo prima che possano sfoderare le spade e, lasciando sbigottiti tutti i presenti  (me compresa), dico : << Fermi! Cugino ricorda le parole del principe, se lo uccidessi verresti ucciso a tua volta ed io tengo alla tua vita. Questo vale anche per voi, messere, se volete uccidere mio cugino dovrete uccidere anche me!>> Per essere più convincente faccio un incrocio tra occhi dolci e sguardo di rimprovero, divento rossa per lo sforzo che faccio per non scoppiare a ridere e mi accorgo che anche gli amici di Romeo sono nella mia stessa condizione … sposo e cugino si guardano storto e sorridendo tirano un sospiro << e va bene!>>
Non ho mai visto un sincronismo così perfetto in tutta la mia vita; meglio di un orologio svizzero ( li hanno già inventati gli orologi a quest’epoca?)
Torno a casa soddisfatta del mio operato ma, appena entro in camera, senza nemmeno salutare i miei genitori mi ordinano di sposare il conte Paride.
E’ il momento della verità e dico:  <<Veramente io ho già sposato Romeo Montecchi …>> I miei genitori mi guardano male e prima che possano ribattere dico : <<Pensateci padre, se è per una questione di soldi i Montecchi sono ricchi quanto noi, mentre Paride è sommerso dai debiti. Poi Romeo è dolce, sensibile e responsabile … E il nostro matrimonio potrebbe mettere fine alla vostra discordia!>> I miei genitori mi guardano e mi dicono che ho ragione e poi vanno a casa Montecchi per parlare con i padroni di casa.
Io rimango nella mia camera ad aspettare, divorata dall’ansia.
Dopo circa un' ora i miei genitori tornano con Romeo che mi abbraccia e mi dice: << Oh Giulietta, potremo fare il matrimonio ufficiale e vivere assieme, fantastico, vero?!>> Mi guarda e capisce che mi ha quasi soffocata con la forza del suo abbraccio e si scusa con l’innocenza di un bambino.
Film: Giulietta e Romeo di Zeffirelli
****
Abbiamo appena finito il matrimonio ufficiale e svengo; vengo svegliata da una voce maschile che dice: <<Stai bene? Eri priva di sensi poco fa così ti ho portata a casa mia … Comunque ciao! Io sono Riccardo Montenegro e lui è il mio  amico Marco.>> Sono distesa su un grande divano e non faccio che notare che Riccardo è identico a Romeo; poi Rom … Hem … Riccardo mi chiede : << Ti chiami Giulia, no? Vorresti del tè?>> Io dico:  << Sì, grazie ma come fai a sapere … >> Lui mi porge una tazza di tè e dice :<<Il tuo nome? E’ sull’etichetta del libro che avevi in mano.>> Io sorseggio il tè e penso: “ Giulia … Giulietta … Montenegro … Montecchi … Nomi che si somigliano, che siano collegati?!?” …

Giulia Santacaterina 3C

martedì 6 dicembre 2011

Un viaggio nel tempo


Quest’estate io e il mio amico Giovanni stavamo tornando a casa da scuola molto stanchi. A metà strada Giovanni trovò uno strano oggetto: era un incrocio tra una penna e un uovo di color bianco con delle luci blu e dei pulsanti rossi e arancioni. Io glielo tolsi di mano, subito schiacciai il pulsante rosso e, non so come, svenni. Quando mi risvegliai, mi ritrovai in un posto dominato da immense foreste e da animali giganteschi. Capii solo dopo pochi minuti che ero finito nella Preistoria. Provai a darmi delle schiaffi, ma purtroppo non mi spostai da quel luogo primitivo. Mi venne in mente un’idea al volo, dovevo ritrovare quello strano oggetto. Cominciai ad esplorare il territorio, vidi un fiumicello d’acqua dolce e mi fiondai subito a bere. Intorno a me c’era un numero indefinito di animali preistorici di tutte le specie. Rimasi incantato da quella varietà di dinosauri, quando vidi nelle fauci in uno di essi il dispositivo che mi aveva portato lì. Cominciai a camminare verso di lui molto lentamente, ma lui avvertì la mia presenza e cominciò a correre. Lo inseguii, ma dopo tre minuti mi fermai sfinito. Un pensiero mi venne in mente al volo, dovevo trovare un rifugio per la notte. Vidi una grotta su una collina rocciosa e mi incamminai. All’interno vidi delle pitture rupestri, ossa e carcasse di animali. In un angolo vidi degli uomini primitivi e cercai di comunicare con loro. Loro parlavano, anzi balbettavano una strana serie di suoni e non capendo, andai in un angolo a riposare. Il giorno dopo rividi il famoso dinosauro e questa volta sarei stato più attento. Non potevo fare errori e con un velocità che non pensavo di raggiungere, riuscii a strapparglielo. Questa volta schiacciai subito il pulsante arancione e persi i sensi un’altra volta. 
Mi risvegliai in un mondo con delle costruzioni stratosferiche come piramidi, templi e palazzi. Questa volta ero finito nell’Antico Egitto. Per mia immensa sfortuna passò vicino a me il Faraone che mi ordinò di essere il suo intrattenitore personale e suo schiavo. Mi fecero salire sul loro mezzo di trasporto e passai per tutto il paese. Lì vidi schiavi che lavoravano, un tempio in costruzione, i mercanti e alcune famiglie egiziane. Quando arrivai a palazzo vidi la principessa che in testa aveva un diadema con al centro il dispositivo. Il faraone vide i graffi che mi aveva provocato il dinosauro e chiamò il medico che mi guarì. Io ero incaricato di pulire la stanza dei reali e un pomeriggio notai il diadema sul comodino della principessa. Mi fiondai subito nella sua stanza, presi il diadema e questa volta notai un pulsante verde e lo schiacciai. Come al solito svenni, ma questa volta mi risvegliai a casa mia con tutta la mia famiglia intorno. Tutti erano felici di rivedermi sveglio, mi dissero che ero svenuto, che Giovanni mi aveva riportato a casa e che dovevo ringraziarlo. 
Questa avventura non me la dimenticherò mai e me la terrò per sempre nel mio cuore.

Marco Rossi   1^C