lunedì 22 settembre 2014

A Francesca ♡

“Caro autore ti scrivo…”


Questa estate la nostra cara amica Francesca Buson della classe II F ha partecipato al concorso "Caro autore, ti scrivo...", scrivendo una lettera allo scrittore Luigi Ballerini dopo aver letto il libro dello stesso, La signorina Euforbia, la cui trama l'ha piacevolmente coinvolta
Francesca non ci aveva detto niente e, all’inizio dell’anno scolastico, la nostra Professoressa di lettere ci ha informato che Francesca aveva partecipato e che forse avrebbe vinto. Noi sin da subito abbiamo creduto che la sua vittoria sarebbe stata possibile veramente, visto che ha una grande abilità nella scrittura e soprattutto perché quando scrive mette tutto l'impegno e il suo grande cuore.
E, infatti, giovedì 18 settembre alla fine della terza ora, noi siamo rimaste in classe con Francesca che ha comunicato alla Prof di essere stata invitata a presentarsi il giorno dopo presso il chiostro della biblioteca di Pordenone per essere arrivata tra i finalisti tra i quali avrebbero proclamato i vincitori. La Prof contentissima l’ha abbracciata, così noi due ci siamo offerte per scrivere questo articolo per far sapere a tutti quanto è stata brava Francesca. Leggete e valutate voi stessi!
Gaia e Laura II F

Caro Luigi Ballerini, 

mi chiamo Francesca  e ho appena finito la prima media alla scuola Manara Valgimigli di Albignasego in provincia di Padova. Ho letto il tuo libro, mi ha molto colpito, non pensavo fosse così divertente! 
Del tuo libro mi piacerebbe essere stata un personaggio: Marta, una ragazza che aveva negli occhi una luce speciale con un padre facile da convincere e soprattutto che la sapeva capire, e con una nonna un po’ diversa dalle altre!
Mi ha attratto inoltre il personaggio di Matteo, all’inizio insicuro anche se dalle mille risorse non comprese, ma che alla fine si rivela l’eroe della storia.
La prima volta che Marta e la nonna entrano nel negozio di Euforbia, per caso, e lei chiede loro quali pasticcini avessero voluto comprare, mi sarei sentita allo stesso modo: infatti neanch’io avrei capito che tipo di pasticcini fossero quelli fatti su misura. Marta il giorno seguente ritorna nel negozio e, vedendo il cartello che annuncia un corso intensivo di pasticceria, decide di iscriversi dopo aver ottenuto il permesso di suo padre. All’inizio è l’unica partecipante e, forse, anche per questo è un po’ preoccupata, ma poi il martedì successivo arriva un ragazzo inaspettato: un ex allievo del suo papà di nome Matteo. Insieme a Euforbia i due ragazzi preparano dei pasticcini davvero speciali: chi trova-un-amico-trova-un-tesoro.
Mi ha entusiasmato il modo di fare di Euforbia: mi piace quando si rivolge a Marta e Matteo con il “lei” e non li sgrida mai, anzi spesso si complimenta con loro dando fiducia ai giovani principianti; Euforbia infatti insegna ai ragazzi che in pasticceria è inevitabile fare degli errori e che non ci si deve far bloccare dalla paura di sbagliare. Euforbia è attenta e premurosa durante il suo lavoro, per preparare i suoi mitici pasticcini sceglie degli ingredienti speciali che rispecchiano le qualità necessarie per curare le persone, per esempio, il pan di Spagna che invita a prendersi la vita comoda, la panna montata perché nella vita un po’ di leggerezza ci deve sempre essere o la crema pasticcera gialla come il sole che splende in estate.
Come Marta e Matteo anch’io non sarei mai voluta uscire dal negozio finito il corso di pasticceria, mi sarebbe piaciuto stare lì anche solo per chiacchierare con Euforbia. Nel tornare a casa avrei sperato di non incontrare qualcuno, quale la nonna o un ospite inaspettato, che avrebbe potuto farmi domande del tipo, “com’è andato il corso di pasticceria?” oppure “cosa hai imparato?”. Invece di andare a casa Marta e Matteo si fermano a prendere un pezzo di pizza (soluzione ottima) e si siedono sulla panchina a mangiarlo e a parlare, costruendo così giorno dopo giorno una grande amicizia fondata sulla reciproca fiducia, ed è proprio in questo modo che Matteo capisce che Marta è la figlia del suo prof. preferito.
La signorina Euforbia mi ha dimostrato che non serve avere la ricetta per realizzare dei buoni pasticcini, bisogna avere la volontà di provare, il coraggio di inventare personalmente la ricetta con gli ingredienti necessari, e soprattutto fondamentale è la passione che ci si mette nel creare i pasticcini. In conclusione, come afferma Euforbia, non bisogna mettere “briglie alle idee” ma devono essere “libere, libere di vagare devono essere!”. Inoltre, per non essere disturbata lei mette la tendina sulla porta di entrata con scritto “Chiuso”. 
Euforbia per tutti è una persona speciale ed è stato dimostrato quando i suoi ex allievi, nessuno escluso, sono andati ad aiutarla per non far chiudere il negozio. Insieme hanno preparato i potrei-andare-da-qualche-altra-parte e delle pavlove che alla fine grazie a Matteo si sono rivelate speciali. E non erano state realizzate per il sindaco e i suoi compagni, ma per Euforbia che ha trovato il coraggio di non chiudere definitivamente e di riaprire una nuova pasticceria da qualche altra parte, perché quello che la rendeva speciale non erano le mura del vecchio negozio regalatole dal suo papà, ma erano i suoi allievi che le avevano donato i loro desideri, passioni e sogni… 
Anch’io vorrei una pasticceria come quella di Euforbia nella mia città e, a essere sincera, ci andrei più volte a comprare qualche dolcetto; ah, adesso che ci penso, avrei bisogno di un potrebbe-venirmi-una-buona-idea. Sarebbe fantastico se questa pasticceria organizzasse dei corsi di cucina. E ancor di più se la pasticceria fosse di Euforbia.

Un caro saluto,
Francesca


1 commento:

Unknown ha detto...

Brava Francesca!!!!