mercoledì 26 febbraio 2014

Il mio cuore è una melodia


Mi chiamo Layla ho nove anni vivo in un mondo che non capisco. Tutti usano quei cellulari, non sorridono, non ti parlano e neppure ti salutano. Tutti si vestono nello stesso modo,tutti camminano nello stesso modo. È da giorni che sono seduta qui per capire in che modo siamo arrivati a essere tutti così strambi.

A volte mi sembra di avere dei poteri… non come quelli di Superman o Spider-Man  ma…
Per me ogni suono che sento è una melodia e una volta mi sono perfino messa ad ascoltare il rumore del gesso che scriveva alla lavagna. Ieri iniziai ad ascoltare il cinguettio degli uccelli unito al rumore delle auto e ci scrissi dei testi sopra: unendoli veniva un suono più melodioso di qualsiasi suono. Non avevo mai sentito niente del genere, così pensai:”perché non portare il mio lavoro alla prof?”. Il giorno seguente glielo mostrai ma l’unica cosa che fece fu alzare la testa, guardarmi e ricominciare a messaggiare. Delusa dalla sua reazione, quando arrivai a casa ricominciai subito a scrivere i miei testi. Venne un lavoro straordinario ma questa volta decisi di farlo ascoltare ai miei genitori.

Entrai in camera loro: si stavano parlando a vicenda su skype. Quanto sono strani. Sono a due metri di distanza e si stanno parlando al computer. Ma mi feci coraggio e decisi di fargliela ascoltare. All’inizio non ascoltavano neanche la mia creazione, ma dopo qualche secondo iniziarono a guardarmi stupiti. Mi aspettavo che dicessero “WAW” ma la loro unica reazione fu: “Vuoi un telefono nuovo, cara?”. 
Li guardai tutti e due negli occhi, emisi un guaito seguito da un mare di lacrime, mi girai e sbattei con forza la porta. Corsi in camera mia seguita dalla mia cagnolina Lilly, piansi come una fontana ma per fortuna che c’è sempre la mia cagnolina che mi consola… lei sì che mi capisce. Poi tornai nel mio nascondiglio segreto dove mi sento a casa, l’unico posto in cui mi sento veramente io, il posto in cui posso essere me stessa, posso sognare a occhi aperti. “Dovrei lasciare stare!”, pensai tra me e me e apparentemente  abbandonai la mia passione che nessuno apprezzava e capiva. Però la coltivavo in segreto e quando mamma mi chiedeva cosa stessi facendo  rispondevo che stavo studiando recitazione.

Un giorno mentre nel mio nascondiglio segreto guardavo la TV venne fuori uno spot pubblicitario che diceva: “Avete un talento o una passione per qualcosa e volete renderlo pubblico? Facilissimo! Potreste partecipare  a ‘Talenti Stellari’, scriveteci!”. Alcuni minuti dopo aver visto lo spot pubblicitario incominciai a pensare che avrei potuto iscrivermi.

Una volta iscritta mille cose mi passavano per la testa: “Quale pezzo mostrerò? Cosa indosserò? Cosa penseranno i giudici?… Beh prima di tutto devo ancora chiedere il permesso ai miei genitori!”. Così mi incamminai e piano piano arrivai alla porta della stanza dei miei, feci un bel respiro e entrai dicendogli tutto. Loro accolsero con gran gioia la mia iniziativa ma mi dissero che dovevo mettermi il vestito azzurro che loro mi avevano regalato. Li ringraziai e subito pensai che non solo mi avevano liberato di un pensiero ma mi avevano già sollevato della questione dell’abito! Poi mi misi subito a scrivere il mio brano e a fine giornata ero arrivata a buon punto. Andando a dormire la melodia mi ritornava sempre in testa, non ne usciva mai!

Pochi giorni dopo avevo già finito il brano ed era magnifico, avevo già scelto l’abito così decisi di inventarmi un titolo per la mia esibizione dopo aver provato con Gli strani rumori di Layla, La passione di Layla e tanti altri mi venne in mente: Layla e le sue musiche, non so bene spiegarmi perché mi sia venuto in mente questo titolo ma sentivo che era un’idea fantastica!

La sera prima dell’esibizione non riuscivo a dormire per l’ansia, somigliava un po’ a quella per le interrogazioni ma in dose tripla, così dopo molti tentativi di dormire mi decisi a prendere una camomilla e non mi ricordo quando mi addormentai.

Venne il grande giorno della esibizione. Iniziai a truccarmi e a vestirmi e partii per andare, scesi le scale e andai a chiedere ai miei genitori di accompagnarmi ma loro non vollero venire. Ero  stanca perché non avevo dormito, triste perché sapevo che i miei genitori non sarebbero venuti e in ansia perché, insomma, stavo per andare in onda su un canale nazionale!
Arrivata negli studi mi misero in una stanza con tre persone e numerose telecamere. A un certo punto mi dissero “Comincia quando vuoi”, e io feci partire la mia musica da quelle casse potenti. Ero spaventata a morte ma quegli sconosciuti ascoltarono con molto piacere la mia musica e dopo mi applaudirono! Ero al settimo cielo, non ci credevo! Poi dopo qualche minuto i giudici che mi guardavano mi dissero: “Inizia a festeggiare… hai vinto!!!” nella mia testa ancora non ci credevo, non avevo realizzato l’idea!

E da quel giorno tutti cominciarono a ignorare i cellulari e si concentrarono sull’osservazione del paesaggio, e… Layla divenne ricca e famosa.

Lisa Vedovato, 2B

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