mercoledì 25 gennaio 2012

Il vampiro Vivacino

C’era una volta un vampiro strano che si chiamava Vivacino, che viveva ad Amsterdam. Era molto particolare perché non provava emozioni (anche se il nome diceva un’altra cosa). Turbava chiunque gli stesse vicino perché quando qualcuno lo vedeva giocare a tennis rideva di lui. Era uno strano personaggio con delle particolarità fisiche che non potevano non vedersi!

A lui non importava niente della gente e restava indifferente ma non si sforzava neanche di avere degli amici. Una sua cosa molto speciale era di bere il vino che sembrava sangue per il suo colore scuro, ma da tanto tempo ormai non beveva più sangue vero. Non sopportava i bambini perché erano vestiti a colori chiari, infatti lui odiava i colori.

Il suo aspetto era molto sinistro: aveva la pelle raggrinzita a causa dell’età, gli occhi iniettati di sangue (con tante venette rosse), le labbra sottili come due linee parallele, i denti brutti e cariati con due canini laterali lunghi 2 cm, e su di esse sporgeva un lungo naso adunco. La cosa che turbava di più la gente erano le mani scheletriche provviste di lunghe unghie smisurate come gli artigli di un’aquila. I capelli erano a spazzola, molto corti. Quando passava un po’ di tempo con suo cugino di 3 anni riusciva a rompergli i palloncini con i capelli perché erano appuntiti come degli aghi.

Era rimasto solo quando aveva dieci anni e aveva avuto brutte esperienze. Siccome era brutto nessuno voleva ospitarlo. Vagando per le strade solo e povero si trovò davanti a una villa disabitata e vedendo le porte aperte, decise di entrare per vedere se era un luogo sicuro. Dentro gli sembrava di essere in paradiso, era caldo, così decise di sedersi sul divano approfittando di quel calduccio tanto desiderato e decise infine di fermarsi per la notte in quell’angolo di paradiso. Trascorsero un paio d’anni e in questo tempo Vivacino si accorse di avere un grande vantaggio nonostante la sua sfortuna: quando starnutiva gli uscivano dal naso tanti gioielli e tante monetine. Questa dote era più evidente in primavera perché gli starnuti aumentavano (essendo allergico al polline) e lui diventava più ricco.

Ricco ma solo, decise di cercare una donna per stare in compagnia. Siccome era brutto non aveva tante pretese e poi essendo anche ricco trovò subito la sua metà che si chiamava Mistica. Vissero felici e contenti nella ricchezza.


Andrei Martinas

3 commenti:

Ilaria ha detto...

Il testo è bello e ci sono delle belle descrizioni ma, da quello che scrivi, sembra che per te la cosa più importante sia la riccezza!
Ilaria

Andrei Martinas ha detto...

puoi avere anche ragione!!!

Matteo P.F. ha detto...

molto bello questo testo, ma concordo con Ilaria :D:D cmq bel testo!!