mercoledì 18 dicembre 2013

Alla luce di un delitto

Ecco la trama di un giallo… o dovremmo dire un che è un «nero»? A voi il commento




Era una notte buia, ma più che buia era tempestosa, le onde si infrangevano sulla scogliera vicino allo stabilimento balneare.
Roger stava dormendo tranquillamente ignorando quel gran fenomeno della natura. Un colpo di vento, però, aprì la finestra,
così Roger si svegliò di colpo.
Andò in cucina e aprì il frigo, solo quando prese una lattina mezza vuota si accorse che non aveva fatto la spesa.
Avrebbe continuato a lamentarsi per la sua testa vuota se non fosse stato disturbato da un urlo sovrumano, in quel momento la luce dei lampioni si spense, la città  era sotto il governo delle tenebre, ma Roger  non si perse d’ animo, si mise la vestaglia e uscì con un ombrello scozzese. Raggiunse il faro della città con una torcia accesa  in mano, entrò e, guardando la scalinata rimpianse i tempi della palestra all’ angolo della strada. Poi cominciò a salire. Arrivato in cima alle scale si mise ad osservare tutto per bene, notò subito il bullone svitato della grande luce che ogni notte avvolgeva il mare, giunse davanti all’enorme finestra e lì…

Un cadavere di donna era steso sul pavimento bagnato dal sangue, era stata truccata. Secondo Roger era stata  accecata con la luce del faro, che ora era puntata dritta  su di lei, e poi era stata finita con una rete da pescatore, e come tocco finale una bella coltellata  in gola, ma non c’erano impronte visibili.  Chiamò la polizia, quando furono sul posto i poliziotti provarono tale compassione per quella ragazza che uno di loro, Mark, si mise a piangere, era troppo giovane  per morire, il poliziotto notò subito quell’odore di stalla, come di concime, tutti pensarono che non fosse importante, ma lui lo segnò come indizio, poi vide delle impronte e capì da dove veniva la puzza di stalla, qualcuno con un 43 di piede era entrato nel faro e aveva ucciso la povera ragazza.

Il giorno dopo ci fu l’autopsia e saltò fuori anche l’identità della ragazza: si chiamava Denis, aveva solo sedici anni, studiava presso uno dei tre licei del paese, il Bianchini. Queste informazioni erano state ottenute grazie all’annuncio che era stato mandato in onda su canale otto, un noto proprietario di un ristorante l’aveva riconosciuta, era una delle più brave cameriere del suo ristorante, ma ultimamente era strana, quasi depressa. Il povero Roger, a  cui la polizia aveva negato il permesso di aiutarli nelle  indagini pensava che l’uomo che aveva ucciso Denis fosse il proprietario di una stalla. In quella piccola città ce n’erano solo due: Ralph e Augusto,  entrambi scorbutici, così Roger andò alla polizia con la scusa di fare una denuncia ma appena il poliziotto  si girò lui si infilò un camice e finse di essere il medico legale. Entrò nella sala delle autopsie e fotocopiò le pagine con le informazioni su Denis, dopo di che se ne andò giusto in tempo, stavano per arrivare i poliziotti.

Andò al ristorante dove lavorava la ragazza, e parlò con il proprietario. Mentre si gustava una buonissima insalata di uova, egli gli disse che Denis l’ultima volta era stata accompagnata al lavoro  da un uomo che lui non aveva mai visto prima, che però non era sceso  dall’auto rossa, una Mercedes, così il proprietario non ne aveva visto bene il volto.

Roger si precipitò a casa dei due proprietari di stalle, ma solo uno aveva l’auto rossa: si trattava di  Augusto, che, secondo alcune ricerche fatte da Roger, aveva un figlio che andava a scuola con Denis. Un  giorno però, il ragazzo era rimasto vittima di un brutto scherzo, anzi a dire il vero di uno scambio di persone.

Era successo che Denis aveva voluto mandare i due bulli della scuola a fare uno scherzo al secchione della classe: all’uscita dovevano tirargli un secchio di farina in testa. Quel giorno, però, anche il figlio di Augusto usciva di scuola alla stessa ora, e di profilo sembrava essere il secchione, così i bulli avevano cominciato ad inseguirlo e lui a correre; ma, senza guardare avanti, il ragazzo non si era accorto che a pochi passi da lui c’era un’autostrada. I bulli gli tirarono il secchio di farina ma lui correndo all’indietro finì nel bel mezzo dell’autostrada, be’ potete immaginare cosa sia successo: il povero ragazzo  era morto.
Ma poco dopo l’incidente, Augusto aveva scoperto che i bulli erano stati mandati da Denis, e così la uccise – be’, questo lo pensava Roger, ma lo andò a comunicare alla polizia che ideò un piano per catturare Augusto prima che uccidesse anche i bulli…

Il nostro commissario andò da Augusto fingendosi un contadino in cerca di alcune uova, ma appena Augusto si girò egli lo ammanettò e lo portò in commissariato.
In seguito  Augusto confessò e fu condannato a trent’anni di carcere. Quando gli puntarono la luce in faccia, il contadino rivisse in un flash back il momento in cui accecò la ragazza con il faro e la uccise, e in fondo fu felice che i poliziotti fossero arrivati a far luce su quel macabro delitto.


Sara Bettella, 1F

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