Sono circa le tre di notte;
nella stanza regnano il buio ed il silenzio, si odono solo il ticchettio del
grande orologio rosso appeso ad una parete, il rumore del vento che soffia
contro la magnolia in giardino ed il respiro di una ragazza sdraiata sul letto.
Michela fissa il soffitto della
sua stanza senza riuscire ad addormentarsi.
Numerose domande volteggiano
nella sua testa; non si tratta di domande qualsiasi, queste sono domande
complicate, strane, domande difficili, alle quali, con la sua esperienza di
dodici anni e tre quarti, non trova risposta.
— Perché esiste la guerra?
— Perché uccide i bambini?
— Perché nega loro il
diritto di crescere, di giocare,
di sognare?
— Perché, quando finalmente
finisce, dopo aver distrutto la vita, lascia ai superstiti solo fame e povertà,
donando loro solamente altro dolore?
— Perché esistono uomini in
grado di sacrificare qualunque cosa, anche la vita degli innocenti, in virtù
dei propri interessi?
— Perché...?!
Michela non riuscì mai a
trovare le risposte ma, una volta adulta, andò nelle regioni colpite dalla
guerra come volontaria per aiutare le persone che vi abitavano; per cercare,
quanto possibile, di migliorare le loro condizioni di vita, per combattere con
la pace le ingiustizie della guerra.
E voi? Avete trovato risposta a
queste domande?
Io, personalmente, non riesco a
capacitarmi del fatto che, ogni giorno, debbano morire delle persone innocenti
a causa della guerra; a volte, di fronte a questa consapevolezza, l'umanità
tende a tapparsi gli occhi, a non pensarci, a fare spallucce perchè: “Tanto non
sono affari miei”.
E se invece lo fossero? E se la
guerra fosse qui? Se fossimo noi a svegliarci alla mattina, senza sapere se
alla sera saremo ancora vivi? Cosa farebbero gli altri per aiutarci? Si
tapperebbero gli occhi come siamo soliti fare noi?
Pensateci.
Ilaria
Scarabottolo 3A