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mercoledì 28 maggio 2014

Noi..."POETI Rodarini"...

Gli alunni delle classi terza A e terza B della scuola "G. Rodari" hanno indossato i panni dei poeti e si sono cimentati autori di brevi e simpatiche filastrocche in rima. Sono stati veramente fantasiosi e divertenti non lo credete anche voi?

"Un bimbo riceve un messaggio
profumato di formaggio,
si fa coraggio
ed ecco il disegno di un paesaggio!

Un bimbo sogna di viaggiare
poi vede una stella in mare... brillare 
e si dice:"E' ora di festeggiare!"
(Gloria De Gasperi)


Filastrocca delle fate

Nel bosco verde
che più verde non si può
cosa c'è io ti dirò...
Ci son le fate vestite d'azzurro
che nel sogno donano con un sussurro
qualcosa dipinto di rosa.
Ti possono dare un petalo di rosa,
un grande raggio d'argento
portato dalle nuvole e dal vento.
E ti possono regalare
un pezzo di cielo stellato
o una piuma d'uccello colorato.
Ti possono regalare una farfalla
nera, bianca e gialla.
Ma non ti possono mai dare
il bacio più tenero, più dolce, 
la carezza della tua mamma.
(Valentina Voghera)


Filastrocca del cammello Lello

Il cammello Lello
era bello e snello
e con il suo cappello 
a forma d'ombrello
si reca a bere
ad un vicino ruscello.
Beve così tanto 
che per spostarsi 
usa un carrello
(Maddalena Gusella)


Filastrocca di Marco Roza Rui
un tipo fantasioso lui.
Aveva un fratello di nome Ricardo
che giocava spesso a biliardo.
Con un amico di nome Edoardo
che lottava col famoso leopardo.
Quando tornava a casa 
pensava sempre alla NASA (...)
E quella ragazza di Parigi
che nuotava sempre nel fiume Tamigi,
quando a riva ritornava
a pescare iniziava.
Tanti pesci lei trovava 
e la sera li mangiava.
Tra tutti quei ritornelli
che facevan rizzare i capelli,
questa è la filastrocca che piacque di più
fu proprio quella di Marco Roza Riù!!!


Una giornata strampalata

Oggi sono uscita con il mio cane Lulù
ed andando al parco mi correva dietro.
Ormai non ci speravo più
quando ho incontrato il mio amico Pietro.
Anche lui ha un cane che si chiama Dora,
è un bel cane da caccia
Lulù ci gioca ancora
e mi scappa dalle braccia.
Corre, salta e spicca il volo.
Acchiappando la sua amica
gioca anche sullo scivolo
mentre insegue una formica.
Alla fine viene sera
più veloce di un bel lampo
torniamo a casa di carriera
per un bagno con lo shampoo!!!
(Alessia Cerantola)


"E' la sveglia del mattino
che mi coccola come un gattino,
apro gli occhi e lei è lì
sempre pronta ogni dì.
Sveglia, sveglia piccolina
che la scuola si avvicina!
In cucina 
c'è una ghiotta sorpresina
pane, burro e marmellata
per cominciare bene la giornata.
Una carica d'energia
per la mente e la fantasia.
Forza inizia a pedalare
che la campanella sta per suonare.
Il suo bacio sulla guancia
mi riempie tutta la pancia
lei è ninna,
lei è nanna,
lei è la mia MAMMA!!!"
(Emma Ceolin) 


"Questo è il gioco della rima
ed è iniziato già da prima,
con candele e confetti
son cominciati i balletti.
Dentro grandi tendoni
si son fatti bei festoni
e adesso che siete arrivati
i giochi sono appena inizati.
Qui puoi leggere un libretto
o dipingere un quadretto.
Puoi saltare sopra il letto
o puoi fare uno scherzetto.
Questo è il gioco della rima:
ed é ancor più bello di prima!!!"
(Camilla Vicari)


L'estate

Bella l'estate perchè si va al mare
col salvagente vado a nuotare
con il gommone cavalco le onde
per non cadere sto vicino alle sponde.
Difficile stare sulla sabbia bollente,
con le ciabatte SONO UN VINCENTE!!!
Evviva l'estate, è tutto più bello,
perchè si prende poco l'ombrello!
(Luca Fabbian)



venerdì 16 maggio 2014

Per Margherita, la nostra amica scrittrice (*^_^*)

Quella Domenica pomeriggio nella Sala Consiliare del Municipio di Piazzola sul Brenta c’erano 27 gradi, ma nonostante tutto siamo rimaste lì impassibili, non perché ci piacesse l’idea di ribollire sotto le luci al neon, ma perché dovevamo e volevamo sostenere la nostra amica.
Eh sì, dovete sapere che il giorno 4 Maggio 2014 a Piazzola Sul Brenta, la nostra amica e compagna di classe, Margherita Boi, è stata invitata a partecipare alla cerimonia organizzata in onore dei vincitori che hanno aderito al Concorso Letterario Biennale “Oltre a me… l’universo”.
Margherita, insieme ad altre nostre compagne, ha partecipato al concorso presentando due sue opere inedite:
- la poesia Io e l’Universo
- il racconto breve “Non siamo più soli”.
Quel giorno con grande gioia e frenesia l'abbiamo accompagnata noi due, Greta e Sara, la professoressa Caracciolo e la sua famiglia.
Margherita è stata proprio brava! 
È risultata tra i segnalati per la poesia, e premiata per il racconto breve classificandosi al secondo posto.
Si è proprio meritata questo premio, è il giusto riconoscimento per la sua meravigliosa creatività e per la sua speciale sensibilità!
Carissima Marghe, ti facciamo i nostri più affettuosi complimenti, 
bravissima!
E ovviamente anche tutte le altre persone che ti hanno sostenuta, vogliono davvero complimentarsi con te, tanti complimenti!
Ti vogliamo bene

Le tue amiche Greta e Sara.

lunedì 5 maggio 2014

Opere per il Concorso Letterario Biennale “Oltre a me… l’universo”/2

Io e l’Universo
L’Universo non ha un nome, perché nessuno lo vede veramente.
Noi ne sentiamo l’odore
come un’onda che ci travolge i pensieri,
vanno via tutti, scappano dalla nostra mente.
Noi l’Universo lo possiamo toccare in qualsiasi cosa,
perché l’Universo è qualsiasi cosa:
l’Universo è spigoloso, ti punge,
è di seta, ti accarezza la guancia come il vento di primavera.
L’Universo cambia, in peggio o meglio, ma cambia.
L’Universo è il ritmo del battito del nostro cuore,
è regolare
e poi anche
un solo battito più forte ti fa morire.
L’Universo ha il gusto della rugiada, è fresco, è nuovo e non si sa da dove venga.
L’Universo,
con i suoi puntini luminosi come i nostri pensieri
che illuminano il buio che ci sarebbe altrimenti,
è l’infinito,
è l’unica cosa che ti accompagnerà per sempre.
L’Universo ti raggiunge nei sogni,
ti chiama,
ti sprona a conoscerlo,
vuole farsi conoscere a tutti i costi,
ma per quanto tu ci provi non lo conoscerai mai del tutto,
perché
Noi stessi siamo l’Universo.L’Universo non ha un nome, perché nessuno lo vede veramente.
Noi ne sentiamo l’odore
come un’onda che ci travolge i pensieri,
vanno via tutti, scappano dalla nostra mente.
Noi l’Universo lo possiamo toccare in qualsiasi cosa,
perché l’Universo è qualsiasi cosa:
l’Universo è spigoloso, ti punge,
è di seta, ti accarezza la guancia come il vento di primavera.
L’Universo cambia, in peggio o meglio, ma cambia.
L’Universo è il ritmo del battito del nostro cuore,
è regolare
e poi anche
un solo battito più forte ti fa morire.
L’Universo ha il gusto della rugiada, è fresco, è nuovo e non si sa da dove venga.
L’Universo,
con i suoi puntini luminosi come i nostri pensieri
che illuminano il buio che ci sarebbe altrimenti,
è l’infinito,
è l’unica cosa che ti accompagnerà per sempre.
L’Universo ti raggiunge nei sogni,
ti chiama,
ti sprona a conoscerlo,
vuole farsi conoscere a tutti i costi,
ma per quanto tu ci provi non lo conoscerai mai del tutto,
perché
Noi stessi siamo l’Universo.
Non siamo più soli

La Terra era molto curiosa, voleva sapere il motivo di tutto ciò che esisteva. Così comprese che non sapeva dove abitava: cos’era quel posto pieno di luce, con tutti quei puntini luminosi come i suoi pensieri? Cos’era quel posto che illuminava quei pianeti pieni di buio?
Così chiese a Saturno:” Saturno, noi dov’è che abitiamo? Cos’è questo posto che illumina il buio?” “Terra, questo posto nessuno sa cos’è”. Terra non si abbattè e chiese a Venere:” Oh, Venere, dimmi: cos’è questo posto in cui siamo?” “Terra, questo posto non ha un nome.” Terra non si abbattè, ormai questa domanda le tormentava la mente. Chiese a Giove:” Giove, noi dove viviamo?” “Terra, nessuno lo sa, questo posto è qui da sempre, io non sono qui da sempre, non so cos’è”. Terra continuò la sua ricerca e domandò a Mercurio:” Mercurio, ti prego dimmi che sai cos’è questo posto!”. “Terra, nessuno lo sa, ovunque chiederai ti daranno questa risposta”. Terra andò da Marte: ”Marte, Marte, dimmi tutto ciò che sai sulla nostra casa”. “Terra, io non so niente, chiedi a Sole, è qui da più tempo”. Terra andò dal Sole:” Sole, tu che illumini il mondo, dimmi: cos’è questo posto infinito?  Cos’è questo posto unico e perfetto che illumina il buio che ci sarebbe altrimenti?”. “Terra, questo posto è l’Universo, tutto ciò che lo riempie è l’Universo”. Terra si sentì cadere. ”Ma…Allora…se questo posto è l’Universo, se tutto è l’Universo, allora vuol dire che quei puntini luminosi sono sul serio i nostri pensieri, allora sono i nostri pensieri a illuminare il buio che ci sarebbe altrimenti, ma allora, Noi siamo l’Universo.
Margherita Boi 1^F 

Opere per il Concorso Letterario Biennale “Oltre a me… l’universo”/1

Pubblichiamo le opere di alcuni nostri alunni che hanno aderito al Concorso Letterario Biennale “Oltre a me… l’universo”.
Buona lettura!

POESIA
Bolle d’universo...
Noi…
che insieme siamo unici,
noi…
che da soli siamo inermi,
noi…
che siamo nati insieme e moriremo tali,

fino ad ora non ci siamo resi conto
che al mondo non siamo soli
abbiamo compagni, fratelli, sorelle e amici consolatori,
agli altri dobbiamo pensare,
se non vogliamo che ci facciano del male,

quello che ci blocca e ci divide dalla realtà
è un’enorme bolla d’aria,
ma basta uno sguardo, un gesto, una parola
che quella bolla si leva in cielo,
se ne va, vola…

Racconto
Daph e la lucciola
C’era una volta, in un paesino poco conosciuto un giovanotto, di nome Daph. Egli era un solitario, o meglio non aveva molti amici, e per questo odiava ogni persona che passandogli accanto cercava di avvicinarlo.
Un giorno, passeggiando nel bosco, vide uno scintillio nascondersi dietro un cespuglio, subito si avvicinò incuriosito, ma appena davanti al rovo sentì una voce:  “Ma perché è tutto così buio, non mi si sarà mica consumata la candela”, allora Daph si avvicinò di più e scorse una piccola lucciola, la prese in mano e disse: “Che ci fai per terra?”, la poveretta rispose: “Sono scappata dalle grinfie di un uomo cattivo, che appena ha saputo dei miei poteri magici mi ha chiuso in una gabbietta senza buchi da cui sarei potuta uscire, ma sciocco com’è si è dimenticato la porticina aperta, e sono scappata” “ Ma ho capito bene, tu sei magica?” chiese Daph senza parole, e cosi la povera lucciola gli raccontò tutta la faccenda: lei poteva esaudire i desideri delle persone, ma non era come i geni che sfruttavano la situazione per i propri interessi, lei era tanto buona.
Subito dopo aver ascoltato la storia, Daph si avvicinò e le sussurrò il suo desiderio, voleva far scomparire tutti gli esseri umani dalla faccia della terra ma non per cattiveria, per assaporare il gusto della libertà, per vedere come ci si sentiva a non essere presi in giro, e la lucciola non potendo non rispettare gli accordi lo accontentò, in pochi secondi la terra si svuotò, rimase solo il rumore della natura. All’inizio Daph era felice, ma dopo qualche giorno cominciò a deprimersi, nessuno con cui parlare, nessuno con cui discutere, non c’era anima viva. La lucciola cominciò a preoccuparsi per Daph, non rideva più, non mangiava e non beveva, così un giorno…
Daph si alzò di buon ora, e lì, con gran sorpresa trovò la mamma, che preparava la colazione. Uscì di casa correndo, e andò dalla lucciola, lei gli disse che aveva fatto riapparire le persone perché si era resa conto che lui stava male. Allora Daph capì il perché non aveva funzionato fino ad allora, lui pensava solo a sé e non agli altri, ma dopo quell’esperienza imparò, e cambiò tutto, tutti erano amici di tutti e nessuno litigava mai, per questo vissero tutti felici e contenti.
Sara Bettella 1^F