mercoledì 12 dicembre 2012

Il desiderio di Matilde







C’era una volta una piccola bambina di nome Matilde, che amava leggere. Lo imparò a tre anni, grazie alle riviste sparse per casa. Un giorno, quando il fratello maggiore era a scuola, la mamma era andata in città a  giocare a bingo e il papà, che era un uomo d’affari molto scorbutico, era al lavoro, lei  decise di andare da sola in biblioteca.

Attraversò la strada con molta attenzione e quando arrivò vide che la biblioteca era deserta. Camminò lentamente senza far rumore e quando arrivò nella sala dei libri vide che  c’era una magnifica principessa
intenta a leggere un  libro intitolato Leggenda dei tre  desideri. Quando la principessa vide la bambina che l’ammirava, le sorrise e Matilde le  disse: “Ciao, sono Matilde, è vera la leggenda?”.  La giovane affascinante principessa la guardò meravigliata e disse: “Sembra di sì, devi  andare sulla cima del monte Alishan e incontrare il saggio Barbablù ed esaudirà tre  desideri, poi ti rispedirà a casa con uno dei suoi uccelli magici!”.

“Voglio provarci!”, disse decisa Matilde.  La bambina cominciò a camminare e camminare, quando arrivò ad un fiume. Non c’è neanche un ponte. Come farà Matilde? Ad un certo punto sentì dei passi, ma non ebbe paura, infatti si trattava di un giovane che  teneva in mano uno zufolo. “Non riesco a passare oltre il fiume”, disse Matilde. Il giovane rispose: “Non preoccuparti, ci penso io!”. Il pifferaio cominciò a suonare e magicamente apparve un ponte. “Grazie!”, esclamò Matilde  e continuò a camminare per la sua strada.
Arrivò sera e Matilde non sapeva dove dormire; vide una caverna e si rifugiò lì per la notte. Dormì su venti materassi e venti piumini, ma nonostante tutto la mattina le venne male  alla  schiena! Continuò il suo cammino e finalmente giunse alla caverna del grande saggio  Barbablù che la accolse con gioia infinita.  “Ora dimmi i tuoi tre desideri”disse il saggio. Matilde rispose: “Io ne esprimo solo uno: vorrei che i miei genitori mi seguissero di più  perché per loro non esisto!”. “ Va bene, desiderio esaudito. Ora vai a casa, con il più bello dei miei uccelli, per essere stata gentile con me.”

Matilde era felice ed era proprio curiosa di vedere se il desiderio si era avverato. Quando è in cielo sopra l’uccello comincia a cantare:

Vola vola vola l’ape Maia,
gialla nera nera gialla tanta gioia!

Matilde cantò questa canzone perché le sembrava di essere un’ape felice che volava nel cielo. Quando arrivò a casa, c’erano i suoi gentiroi che l’asepttavano preoccupati. Matilde stentava a crederlo: il desiderio si era avverato! Così Matilde visse per sempre felice e contenta con i suoi genitori.
Giulia Corradi 1ªA

2 commenti:

Unknown ha detto...

é fantastico e molto creativo!!!!!<3 <3

Unknown ha detto...

che bello questo testo,interessante = D !!