Alle
prese con un esercizio di scrittura dell’antologia, Giada ha salvato la vita a
Mark… leggi come ha fatto!
Prima di
tutto feci un respiro profondo, poi con tranquillità dissi: “Lascialo stare,
non ha fatto niente, non hai il diritto di picchiarlo!”. Ero consapevole del
fatto che mi tremava la voce, ma Mark con il suo sguardo implorante mi aveva
chiesto aiuto, e io non potevo ignorare il suo richiamo.
Il capo,
Clark, si avvicinò a me e, dopo avermi studiato attentamente, si mise a ridere.
I suoi scagnozzi lo imitarono. “Che stupidi”, pensai. Poi fece un cenno a
Frank, lo scagnozzo che teneva stretto il colletto della camicia di Mark per
non farlo scappare e lui, capendo al volo, spintonò Mark e lo fece cadere a
testa in giù; per fortuna non si fece male.
Clark mi
minacciò: “E tu chi saresti per darmi ordini, mocciosa?”. “Io? Io sono il tuo
peggior incubo”, dissi con decisione. Clark mi guardò con quei suoi occhi
penetranti.
“Beh… la
ragazzina vuole giocare, e noi l’accontentiamo. Giusto ragazzi??”. Si sentì un
“GIUSTO” in coro e poi sarebbe dovuto accadere quello che mi aspettavo: mi
avrebbero picchiata. Ma io non avevo ancora finito: “Io sono qui per proteggere
un amico, e anche se so che non servirà a nulla proteggerlo, vi dico una cosa.
Voi non siete altro che ragazzacci!! Voi vi credete superiori, ma siete solo
codardi. Ve la prendete con uno che non sa neanche difendersi, non vi vergognate?”.
Mi
guardarono con aria beffarda, un ghigno malefico si dipinse sul volto di Clark.
Chiusi gli occhi e attesi di essere travolta dalla loro stupidità. Attesi
alcuni lunghissimi minuti… niente… aprii gli occhi… il gruppo era in fondo alla
strada.
Giada Tondello
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