C’era una volta una piccola bambina di nome Matilde, che amava
leggere. Lo imparò a tre anni, grazie alle riviste sparse per casa. Un giorno, quando il fratello maggiore
era a scuola, la mamma era andata in città a
giocare a bingo e il papà, che era un uomo d’affari molto scorbutico,
era al lavoro, lei decise di andare da
sola in biblioteca.
Attraversò la strada con molta attenzione e quando arrivò vide che la
biblioteca era deserta. Camminò
lentamente senza far rumore e quando arrivò nella sala dei libri vide che c’era una magnifica principessa
intenta a
leggere un libro intitolato Leggenda dei tre desideri. Quando la principessa vide la
bambina che l’ammirava, le sorrise e Matilde le disse: “Ciao, sono Matilde, è vera la
leggenda?”. La giovane affascinante
principessa la guardò meravigliata e disse: “Sembra di sì, devi andare sulla cima del monte Alishan e
incontrare il saggio Barbablù ed esaudirà tre desideri, poi ti rispedirà a casa con uno dei
suoi uccelli magici!”.
“Voglio provarci!”, disse decisa Matilde. La bambina cominciò a camminare e camminare,
quando arrivò ad un fiume. Non c’è neanche un ponte. Come farà Matilde? Ad un
certo punto sentì dei passi, ma non ebbe paura, infatti si trattava di un
giovane che teneva in mano uno zufolo. “Non
riesco a passare oltre il fiume”, disse Matilde. Il giovane rispose: “Non
preoccuparti, ci penso io!”. Il pifferaio cominciò a suonare e magicamente
apparve un ponte. “Grazie!”, esclamò Matilde e continuò a camminare per la sua strada.
Arrivò sera e Matilde non sapeva dove dormire; vide una caverna e si
rifugiò lì per la notte. Dormì su venti materassi e venti piumini, ma
nonostante tutto la mattina le venne male alla
schiena! Continuò il suo cammino e finalmente giunse alla caverna del
grande saggio Barbablù che la accolse
con gioia infinita. “Ora dimmi i tuoi
tre desideri”disse il saggio. Matilde rispose: “Io ne esprimo solo uno: vorrei
che i miei genitori mi seguissero di più perché per loro non esisto!”. “ Va bene, desiderio
esaudito. Ora vai a casa, con il più bello dei miei uccelli, per essere stata
gentile con me.”
Matilde era felice ed era proprio curiosa di vedere se il desiderio si
era avverato. Quando è in cielo sopra l’uccello comincia a cantare:
Vola vola vola l’ape Maia,
gialla nera nera gialla tanta gioia!
Matilde cantò questa canzone perché le sembrava di essere un’ape
felice che volava nel cielo. Quando arrivò a casa, c’erano i suoi gentiroi che
l’asepttavano preoccupati. Matilde stentava a crederlo: il desiderio si era
avverato! Così Matilde visse per sempre felice e contenta con i suoi genitori.
Giulia Corradi 1ªA
2 commenti:
é fantastico e molto creativo!!!!!<3 <3
che bello questo testo,interessante = D !!
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