Mi chiamo Layla ho nove anni vivo
in un mondo che non capisco. Tutti usano quei cellulari, non sorridono, non ti parlano
e neppure ti salutano. Tutti si vestono nello stesso modo,tutti camminano nello
stesso modo. È da giorni che sono seduta qui per capire in che modo siamo
arrivati a essere tutti così strambi.
A volte mi sembra di avere dei
poteri… non come quelli di Superman o Spider-Man
ma…
Per me ogni suono che sento è una melodia e una volta mi sono
perfino messa ad ascoltare il rumore del gesso che scriveva alla lavagna. Ieri
iniziai ad ascoltare il cinguettio degli uccelli unito al rumore delle auto e
ci scrissi dei testi sopra: unendoli veniva un suono più melodioso di qualsiasi
suono. Non avevo mai sentito niente del genere, così pensai:”perché non portare
il mio lavoro alla prof?”. Il giorno seguente glielo mostrai ma l’unica cosa
che fece fu alzare la testa, guardarmi e ricominciare a messaggiare. Delusa
dalla sua reazione, quando arrivai a casa ricominciai subito a scrivere i miei
testi. Venne un lavoro straordinario ma questa volta decisi di farlo ascoltare
ai miei genitori.
Entrai in camera loro: si stavano
parlando a vicenda su skype. Quanto sono strani. Sono a due metri di distanza e
si stanno parlando al computer. Ma mi feci coraggio e decisi di fargliela
ascoltare. All’inizio non ascoltavano neanche la mia creazione, ma dopo qualche
secondo iniziarono a guardarmi stupiti. Mi aspettavo che dicessero “WAW” ma la
loro unica reazione fu: “Vuoi un telefono nuovo, cara?”.
Li guardai tutti e due
negli occhi, emisi un guaito seguito da un mare di lacrime, mi girai e sbattei
con forza la porta. Corsi in camera mia seguita dalla mia cagnolina Lilly, piansi
come una fontana ma per fortuna che c’è sempre la mia cagnolina che mi
consola… lei sì che mi capisce. Poi tornai nel mio nascondiglio segreto
dove mi sento a casa, l’unico posto in cui mi sento veramente io, il posto in
cui posso essere me stessa, posso sognare a occhi aperti. “Dovrei lasciare
stare!”, pensai tra me e me e apparentemente abbandonai la mia passione che nessuno
apprezzava e capiva. Però la coltivavo in segreto e quando mamma mi chiedeva
cosa stessi facendo rispondevo che stavo
studiando recitazione.
Un giorno mentre nel mio
nascondiglio segreto guardavo la TV venne fuori uno spot pubblicitario che
diceva: “Avete un talento o una passione per qualcosa e volete renderlo
pubblico? Facilissimo! Potreste partecipare
a ‘Talenti Stellari’, scriveteci!”. Alcuni minuti dopo aver visto lo
spot pubblicitario incominciai a pensare che avrei potuto iscrivermi.
Una volta iscritta mille cose mi
passavano per la testa: “Quale pezzo mostrerò? Cosa indosserò? Cosa penseranno
i giudici?… Beh prima di tutto devo ancora chiedere il permesso ai miei
genitori!”. Così mi incamminai e piano piano arrivai alla porta della stanza
dei miei, feci un bel respiro e entrai dicendogli tutto. Loro accolsero con
gran gioia la mia iniziativa ma mi dissero che dovevo mettermi il vestito azzurro
che loro mi avevano regalato. Li ringraziai e subito pensai che non solo mi
avevano liberato di un pensiero ma mi avevano già sollevato della questione
dell’abito! Poi mi misi subito a scrivere il mio brano e a fine giornata ero
arrivata a buon punto. Andando a dormire la melodia mi ritornava sempre in
testa, non ne usciva mai!
Pochi giorni dopo avevo già finito
il brano ed era magnifico, avevo già scelto l’abito così decisi di inventarmi
un titolo per la mia esibizione dopo aver provato con Gli strani rumori di Layla, La
passione di Layla e tanti altri mi venne in mente: Layla e le sue musiche, non so bene spiegarmi perché mi sia venuto
in mente questo titolo ma sentivo che era un’idea fantastica!
La sera prima dell’esibizione non
riuscivo a dormire per l’ansia, somigliava un po’ a quella per le interrogazioni
ma in dose tripla, così dopo molti tentativi di dormire mi decisi a prendere
una camomilla e non mi ricordo quando mi addormentai.
Venne il grande giorno della
esibizione. Iniziai a truccarmi e a vestirmi e partii per andare, scesi le
scale e andai a chiedere ai miei genitori di accompagnarmi ma loro non vollero
venire. Ero stanca perché non avevo
dormito, triste perché sapevo che i miei genitori non sarebbero venuti e in
ansia perché, insomma, stavo per andare in onda su un canale nazionale!
Arrivata
negli studi mi misero in una stanza con tre persone e numerose telecamere. A un
certo punto mi dissero “Comincia quando vuoi”, e io feci partire la mia musica
da quelle casse potenti. Ero spaventata a morte ma quegli sconosciuti ascoltarono
con molto piacere la mia musica e dopo mi applaudirono! Ero al settimo cielo,
non ci credevo! Poi dopo qualche minuto i giudici che mi guardavano mi dissero:
“Inizia a festeggiare… hai vinto!!!” nella mia testa ancora non ci credevo, non
avevo realizzato l’idea!
E da quel giorno tutti cominciarono
a ignorare i cellulari e si concentrarono sull’osservazione del paesaggio, e… Layla divenne ricca e famosa.
Lisa Vedovato, 2B
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