martedì 6 dicembre 2011

Un viaggio nel tempo


Quest’estate io e il mio amico Giovanni stavamo tornando a casa da scuola molto stanchi. A metà strada Giovanni trovò uno strano oggetto: era un incrocio tra una penna e un uovo di color bianco con delle luci blu e dei pulsanti rossi e arancioni. Io glielo tolsi di mano, subito schiacciai il pulsante rosso e, non so come, svenni. Quando mi risvegliai, mi ritrovai in un posto dominato da immense foreste e da animali giganteschi. Capii solo dopo pochi minuti che ero finito nella Preistoria. Provai a darmi delle schiaffi, ma purtroppo non mi spostai da quel luogo primitivo. Mi venne in mente un’idea al volo, dovevo ritrovare quello strano oggetto. Cominciai ad esplorare il territorio, vidi un fiumicello d’acqua dolce e mi fiondai subito a bere. Intorno a me c’era un numero indefinito di animali preistorici di tutte le specie. Rimasi incantato da quella varietà di dinosauri, quando vidi nelle fauci in uno di essi il dispositivo che mi aveva portato lì. Cominciai a camminare verso di lui molto lentamente, ma lui avvertì la mia presenza e cominciò a correre. Lo inseguii, ma dopo tre minuti mi fermai sfinito. Un pensiero mi venne in mente al volo, dovevo trovare un rifugio per la notte. Vidi una grotta su una collina rocciosa e mi incamminai. All’interno vidi delle pitture rupestri, ossa e carcasse di animali. In un angolo vidi degli uomini primitivi e cercai di comunicare con loro. Loro parlavano, anzi balbettavano una strana serie di suoni e non capendo, andai in un angolo a riposare. Il giorno dopo rividi il famoso dinosauro e questa volta sarei stato più attento. Non potevo fare errori e con un velocità che non pensavo di raggiungere, riuscii a strapparglielo. Questa volta schiacciai subito il pulsante arancione e persi i sensi un’altra volta. 
Mi risvegliai in un mondo con delle costruzioni stratosferiche come piramidi, templi e palazzi. Questa volta ero finito nell’Antico Egitto. Per mia immensa sfortuna passò vicino a me il Faraone che mi ordinò di essere il suo intrattenitore personale e suo schiavo. Mi fecero salire sul loro mezzo di trasporto e passai per tutto il paese. Lì vidi schiavi che lavoravano, un tempio in costruzione, i mercanti e alcune famiglie egiziane. Quando arrivai a palazzo vidi la principessa che in testa aveva un diadema con al centro il dispositivo. Il faraone vide i graffi che mi aveva provocato il dinosauro e chiamò il medico che mi guarì. Io ero incaricato di pulire la stanza dei reali e un pomeriggio notai il diadema sul comodino della principessa. Mi fiondai subito nella sua stanza, presi il diadema e questa volta notai un pulsante verde e lo schiacciai. Come al solito svenni, ma questa volta mi risvegliai a casa mia con tutta la mia famiglia intorno. Tutti erano felici di rivedermi sveglio, mi dissero che ero svenuto, che Giovanni mi aveva riportato a casa e che dovevo ringraziarlo. 
Questa avventura non me la dimenticherò mai e me la terrò per sempre nel mio cuore.

Marco Rossi   1^C

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