Era
notte inoltrata quando detti il segnale per la via libera, era un suono acuto,
ma non troppo da svegliare tutto il quartiere, però quel fischio si sentì forte
e chiaro in quella notte buia e senza luna.
Finalmente poco dopo arrivò tutta
la squadra. Eravamo cinque, cinque ragazze, io chiamata Harry Potter, Silvia
chiamata Edvige, Giulia chiamata Ron, Eleonora chiamata Ginny, e l’ultima,
Debora chiamata Hermione. Tutti noi avevamo un soprannome, non dico che sono
segreti, infatti conoscono quasi tutti il mio soprannome, ma sorvoliamo su questo
fatto.
Avevamo
tutte caratteristiche diverse che potevano aiutarci in questa missione: io ad
esempio ero brava a non fare rumore, i miei passi non si sentivano, sembravo
proprio una ladra, Hermione era agile, Ginny aveva molta pazienza, Ron era
brava a capire quando bisognava stare in silenzio e non parlava, lei aveva la
concentrazione ed Edvige, lei sentiva i rumori più lontani e sempre ci
avvertiva del pericolo. Insieme eravamo una squadra invincibile.
Il
capo non c’era, ognuno aveva un compito e
se qualcuno aveva un’idea si facevano le votazioni. Ci sedemmo su delle
panchine gelate, faceva freddo, era normale, ormai era novembre, e il freddo si
sentiva, l’aria era pungente, ma mi piaceva, mi dava forza.
Cominciò
Ginny a parlare. «Sappiamo tutte perché siamo qui, ora vediamo cosa abbiamo
portato». Ognuno di noi prese la propria borsa a tracolla e la aprì: Ron aveva
un fischietto per cani e dei biscotti sempre per cani, Hermione aveva un
sonnifero, non così potente da addormentare un umano ma almeno lo poteva
intontire. Ginny aveva portato dei rotoli di carta igienica, ed Edvige dei
guanti usa e getta, potevano servirci, e io avevo portato la cosa che
completava il tutto, una bomboletta spray di quelle che si usano a Halloween.
Un
sorriso amaro mi scappò dalle labbra.
«Bene»,
dissi, «adesso dividiamo le parti: Edvige e Ginny, resterete fuori a
controllare se arriva qualcuno o se vedete delle luci accese, se succedesse
date il segnale, il segnale è: kaka…ka…..kaka..ka!
attente a non farvi vedere, non dovete dare sospetti, anche se è notte fonda e
non c’è anima viva, guardatevi intorno. Se vi scoprono sapete che fare. Ron
avrà il compito di distrarre il cane con quello che abbiamo portato e se non
dovesse cedere, come temo, userà il sonnifero. Invece io e Hermione entreremo
con Ron nel giardino e scriveremo con la bomboletta un messaggio, mi basta solo
un “CIAO”, volevamo un’avventura, eccola qui!».
Ci
alzammo, ci avviammo alla casa, la nostra non era solo un’avventura per far
capire che noi avevamo coraggio, era anche che la padrona che abitava in quella
casa detestava noi e noi detestavamo lei, diciamo che era un odio reciproco,
lei non era normale, ogni volta che ci guardava ci sgridava sempre, o perché io
leggevo, o perché Debbi aveva le scarpe
slacciate, o perché le davamo fastidio e ogni volta, dopo queste cose ci
cacciava dicendo che se non ce ne andavamo chiamava la polizia. MA DICO: LA
POLIZIA! QUELLA è FOLGORATA!! Ginny ed Edvige si appostarono vicino al cancello,
poi dopo esserci guardate intorno Ron scavalcò il cancello, io e Hermione la
seguimmo. Era tutto buio ma un lampione in lontananza faceva un po’ di luce,
era inquietante il giardino. Le ombre erano stranamente lunghe e avevo la
sensazione che degli occhi ci guardassero, mi pentii subito di non essere
restata fuori con le altre ma feci un respiro profondo, non potevo distrarmi e
abbandonarmi del tutto alla mia paura, dovevo restare lucida, azzardai un
passo, tutto restò nel più completo silenzio, fin qui era andato tutto liscio.
Ma
avevo gioito troppo presto.
Il
cane uscì dal nascondiglio ringhiando e scoprendo i denti, alla velocità di un
fulmine lanciai il sonnifero a Ron, non c’era tempo di distrarlo con i
croccantini, e quella lo spruzzò, ci mettemmo i guanti come fossero una
mascherina sulla bocca per non respirare, finché quel demone cadde ormai profondamente
addormentato. Feci un lungo sospiro seguita dalle altre, c’era mancato davvero
poco. Facemmo tutto di fretta, Hermione prese la carta igienica e con quella fasciò
tutto l’albero che si trovava al centro del giardino e per divertimento anche
il cane. Anche Ron prese la carta igienica e la srotolò per tutto il giardino,
e un po’ sopra la siepe. Io invece presi la bomboletta spray e scrissi “CIAO”
molto in grande sulla parete.
All’improvviso
sentimmo l’allarme e subito dopo la voce della padrona: «Lisca, tesoro, perché
abbai a quest’ora?!». Ci prese il panico, ma trovammo la calma, spruzzammo
ancora un po’ di sonnifero e ce ne andammo e dopo aver scavalcato il cancello
corremmo a perdifiato per il quartiere. Quando eravamo abbastanza lontane per non farci scoprire urlammo insieme «Questa
è stata l’Avventura più bella del mondo!!».
Giada
Tondello, 2B
1 commento:
Proprio bello! Brava Giada!
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