mercoledì 2 aprile 2014

Un nuovo eroe


Giada Tondello si misura con il genere fantasy e lascia la storia aperta: chi vuole continuare ci scriva…

Il capo della banda assassina, Lucius, uscì dal castello di Giada tenendo stretta la mano della principessa Ambra per non farla scappare. Nell’altra mano aveva la spada, e la teneva all’altezza della gola della principessa. Lucius portava una bandana per non farsi riconoscere, ma Aragon riconosceva benissimo i suoi occhi azzurri, quasi bianchi, e la sua risata diabolica e malvagia.

Ed ecco, Aragon si fece largo tra i presenti e si fermò. Era alto e magro, portava un cappello nero, indossava un soprabito marrone scuro, pantaloni dello stesso colore e scarpe logore. I suoi occhi erano di un verde acceso che dava speranza e gioia a chi li guardava, anche nei momenti più bui. Sul mento aveva un principio di barba molto curato. Nella mente di Aragon ripassava costantemente il ricordo di una triste notte. Era solo un ragazzino di dodici anni quando il padre di Lucius, Mecreind, dette fuoco alla casa di Aragon. Lui si salvò miracolosamente, ma i suoi genitori no. Da quel giorno Aragon si era addestrato duramente per diventare moschettiere e sconfiggere una volta per tutte i suoi nemici. Anche Lucius era stato complice di quel delitto e Aragon lo voleva morto; ma alla vendetta per la morte dei genitori si univa un’altra ragione: Lucius amava il potere e bramava da tempo di sposare la regina per conquistarlo, mentre Aragon sapeva che la principessa era innamorata di un altro uomo. Lui stesso.
Lucius disse, rivolto ad Aragon: “Ah, amico, che bella giornata per diventare re, non trovi?”. Aragon rispose: “Lascia stare la principessa, lo sai bene che non ti vorrà MAI sposare!! Lei non ti ama, e non la meriti”. Lucius ribatté: “Sciocco! Io ti ucciderò in un duello, e quando il tuo corpo cadrà a terra senza vita, allora la principessa sarà costretta a sposarmi”.

Il combattimento ebbe inizio.

Giada Tondello, 2B

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