Noi alunni di 1B (della secondaria) abbiamo
avuto la fortuna di partecipare a un laboratorio di scrittura creativa tenuto
da una scrittrice “vera”, Livia Rocchi, che è stata così gentile da soddisfare
le nostre curiosità come potrete leggere qui di seguito.
-Quando ha scoperto di avere la passione
per la scrittura?
Non c’è stato un
momento preciso. Di sicuro la passione per le storie ce l’ho da quando ero
molto piccola; per esempio non mi facevo misurare la febbre se in cambio non mi
raccontavano una fiaba. Quando ho imparato a leggermele da sola deve essere
stato un gran sollievo per le nonne e la mamma. Avevo solo quattro anni, e da
allora ho divorato una marea di libri. A scrivere ho iniziato molto più tardi,
verso i trent’anni, per via di una scommessa.
-Ce la può raccontare?
Il mio migliore
amico aveva scritto un romanzo molto bello. Più lo incoraggiavo a partecipare a
concorsi, proporsi alle case editrici, più lui diceva: “No, non so, non mi va,
vedremo, ci devo pensare…” (è un tipo
piuttosto timido). Per spronarlo gli ho detto: “Scommettiamo che se io mi metto
a scrivere, vengo pubblicata prima di te?”. Lui ha risposto: “Ok, una pizza!”.
Sono andata in
edicola e ho preso un po’ di riviste che pubblicavano racconti. Le ho lette con
attenzione, poi ho scritto un paio di storie e le ho spedite alla redazione di
quei giornali. Un giorno e mezzo dopo hanno risposto che avevano letto il mio
lavoro, era piaciuto e l’avrebbero pubblicato. Ho pubblicato racconti su quel
mensile per ben quattro anni. Il mio primo incarico come scrittrice! Ho anche
vinto la scommessa, ma la pizza devo ancora mangiarla…
-E’ stato questo il momento o l’episodio
che le ha fatto capire che quello che scriveva poteva interessare, piacere,
divertire i lettori?
No, in quel caso
ho capito solo che ho una grande, grandissima, immensa fortuna. Conosco
tanti scrittori, anche bravi, che hanno
tentato per anni di farsi pubblicare prima di riuscirci.
L’interesse dei
lettori l’ho captato scrivendo recensioni di libri e spettacoli in internet.
Prendevo in giro i programmi di Maria de Filippi in un forum e un sacco di
persona commentavano: “Scrivi ancora! Sei troppo divertente!!!” oppure:
“Grazie! Mi hai fatto ridere anche se
oggi è una brutta giornata!”. Lì ho capito che volevo scrivere soprattutto cose
divertenti, perché strappare una risata alla gente, magari in un momento
difficile, scalda il cuore. E comunque, anche i temi difficili e importanti
possono essere affrontati con un sorriso.
-Per fare la scrittrice è sufficiente avere
talento o ci si deve preparare?
Ci si deve
preparare tanto, tantissimo, tantissimissimissimo. Bisogna leggere, leggere,
leggere. Io leggo circa 50-60 libri l’anno, e poi articoli, saggi… Devi
documentarti molto bene su quello che vuoi scrivere, altrimenti rischi di fare
delle gran brutte figure dicendo stupidaggini. Devi anche conoscere il mondo in
cui ti muovi, l’editoria, altrimenti rischi di proporre storie che sono già
state scritte o che non interessano più. Devi sapere cosa pubblicano all’estero
perché altri Paesi sono più “avanti” di noi, affrontano tematiche di cui in
Italia ancora non si parla molto, danno più spazio e più importanza a libri per
ragazzi che siano creativi, innovativi. In Italia invece si tende a puntare su
successi consolidati o mode (tipo Geronimo Stilton, le saghe sui vampiri).
Oppure sui classici: le favole, ma anche libri come Piccole Donne… Va benissimo, sono capolavori immortali che ancora
oggi hanno qualcosa da dirci. Però i ragazzi di oggi hanno bisogno di sentire anche
storie diverse da quella di una fanciulla bella-brava-buona che deve trovare
marito. Non credete?
-Quali consigli si sente di dare a un
ragazzo/a che da grande vorrebbe diventare uno scrittore?
Leggere
tantissimo, e non solo romanzi. La curiosità è un’ottima risorsa. Imparate
tutto quello che riuscite a imparare: storia, geografia, canto, danza, lotta
libera, lavoro a maglia, come allevare pesci d’acqua dolce, come ci si sente
quando vi dicono: “Bravo”, o se vi dicono: “Incapace”, o quando vi dicono “Ti
voglio bene”… Non si sa mai cosa darà l’ispirazione per una storia, cosa vi
servirà sapere. Leggete anche i giornali: lo scrittore deve parlare del mondo
che lo circonda e del tempo in cui vive, altrimenti chi lo leggerà? I marziani?
-Quali libri ci consiglia di leggere o
meglio quali sono i libri che i ragazzi della nostra età dovrebbero
assolutamente leggere?
L’elenco sarebbe
lunghissimo. Per ora, visto il corso che abbiamo fatto insieme, vi segnalo solo
qualche fantasy: La storia infinita di Michael Ende, la saga di Harry Potter, L’ultimo elfo di Silvana De Mari (ma
anche molti altri sui libri). Poi alcuni dei miei autori preferiti (nei miei
libri ci sono molti omaggi a loro): Italo Calvino, Mark Twain, Charles Dickens,
Roald Dahl… Mi fermo qui, però se vi va (e se avete il permesso di usare
internet), seguite il blog dedicato alla serie di libri che sto scrivendo: http://thetalentangels.com/
. Lì, ogni tanto, do consigli di lettura. Mi piacerebbe farla diventare una
rubrica fissa, “Il libro del mese” o qualcosa del genere. Nei commenti potreste
lasciarmi un vostro parere sui romanzi che consiglierò di volta in volta, così
potremmo ancora parlarne insieme. Mi farebbe molto piacere!
-Secondo lei, i ragazzi che a scuola non
prendono voti alti nei temi possono diventare scrittori?
Sì, se hanno la
passione per la scrittura. Forse i brutti voti dipendono anche dal fatto che
nei temi dovete affrontare argomenti che non sono tra i vostri preferiti. O che
il tema scolastico richiede una stile ben preciso che magari non è “la vostra
vera voce”. Però bisogna impegnarsi tanto. Leggete più che potete e vedrete che
anche i voti nei temi miglioreranno un po’. Studiate bene gli argomenti che
dovete trattare nei temi perché si può scrivere bene solo quando si hanno le
idee chiare. Imparate parole nuove ogni volta che potete, sono una ricchezza,
rendono quello che scrivete più preciso, vario e interessante. Esercitatevi. E
poi la cosa più difficile: non prendetevela per i brutti voti o le critiche. Ci
saranno sempre, le fanno anche agli scrittori professionisti. Ma sono uno
strumento per capire dove si sbaglia, e quindi migliorare.
-Quando deve scrivere un nuovo libro, come si
organizza, quali operazioni compie?
Mi documento
sull’argomento che ho scelto leggendo libri, articoli di giornale, o facendo
ricerche in internet. Poi preparo le schede con le caratteristiche dei
personaggi. Faccio uno schema della storia che ho in mente. Cerco di decidere
lo stile in base al pubblico a cui mi rivolgerò perché scrivere per i più
giovani è molto complesso. Un conto è rivolgersi a bimbi di quattro o sei anni,
un conto a quelli di otto, un altro a ragazzini di dieci, dodici, sedici...
-Quanto ci mette a scrivere un libro?
Dipende. Per i
romanzi della serie Talent Angels quattro o cinque mesi, in media, però parto
avvantaggiata perché ho già le schede dei personaggi e tutto il materiale
“geografico” sulle città dove si svolge la storia. Ci sono libri che richiedono molto più tempo.
C’è un romanzo a cui sto lavorando da sei anni e non è nemmeno a metà.
-Quali sentimenti vive mentre scrive un
libro? Le è mai capitato di sentirsi scoraggiata o a disagio?
Mentre scrivo no,
di solito sono entusiasta di “vivere la storia”. Anche se ci sono ostacoli e
difficoltà non mi butto giù, superarli è stimolante e dà grandi soddisfazioni.
Anzi, spesso è proprio dagli imprevisti che arrivano le idee migliori. Il
brutto di solito arriva quando ti rileggi e pensi: “Oh… mamma… che schifezza!”.
Ma poi si riscrive, si taglia, si modifica, si aggiunge… si lavora molto sul
testo iniziale per renderlo buono.
- Come si intitola il primo libro che ha
scritto e di che cosa parla?
Il primissimo era
un giallo: un poliziotto sventava un terribile attentato grazie a strani
messaggi che gli lasciava la sua fidanzata (morta) tramite un computer. Un
racconto scritto malissimo, ingenuo, bruttissimo… ma all’inizio va così: si
fanno i primi tentativi e rileggendoli dopo anni di esperienza si muore dal
ridere vedendo quanto erano terribili.
Il primo romanzo
pubblicato invece si intitola “Il mondo ai tuoi piedi”, della serie Talent
Angels. Parla di cinque ragazze provenienti da tutto il mondo che partecipano
al talent show più importante di tutti i tempi.
Lo spettacolo rischia di essere cancellato a causa di strani incidenti,
ma loro indagano e riescono a salvarlo. Nel frattempo scoprono anche cose più
importanti: l’amicizia, il confronto con culture e mentalità diverse, l’importanza
di usare il cervello… Questo romanzo è il primo di una serie in cui si parlerà
di tante cose. Il mondo dello spettacolo fa da sfondo, e ci si interrogherà
anche su cosa ci sia dietro i riflettori e la fama. È tutto bello, positivo,
desiderabile? O il successo facile nasconde qualcosa di inquietante?
-A quale libro sta lavorando in questo
periodo?
“Ladri di stelle”,
il terzo episodio di Talent Angels. Per ora la trama è ultra segretissima… Sto
anche sviluppando un albo illustrato per bambini piccoli (una micia vanitosa e
un micio turbolento che uniscono le forze per salvarsi dall’ira dei padroni) e
a una storia per bambini contro il conformismo (una squadra di calcio formata
da mostri, alieni, dinosauri, fantasmi e altre bizzarre creature contro una
squadra di calcio “normale” composta da ragazzi bravi-belli-forti, ma tutti
disperatamente uguali. Secondo voi chi vincerà?)
-Tenere laboratori di scrittura creativa
nelle scuole è stata una richiesta del suo editore o è comunque un’attività che
la appassiona?
Vado ogni volta
che posso nelle scuole a fare laboratori, letture animate, incontri con gli
studenti. Mi piace tantissimo, imparo qualcosa ogni volta che vi incontro. E
poi scrivo per voi, quindi mi piace conoscervi, sentire cosa leggete, guardate
in TV, come passate il tempo, quali argomenti vi interessano, quali vi
“stufano”… Se non avessi queste occasioni per conoscere i miei lettori
rischierei di scrivere un romanzo che piace solo a me e a mia nonna. Per non
correre questo rischio, con il mio editore avevamo in mente una cosa. Attenzione,
è una notizia IN ESCLUSIVA per il vostro
giornalino!!! Nei prossimi mesi, sul blog dedicato alle Talent Angels,
usciranno delle interviste AI LETTORI. Sì, abbiamo pensato di invertire i
ruoli. Se tra voi ci sono volontari… seguite il blog, ci sarà un post per chi
vorrà candidarsi all’intervista.
-Che cosa le piacerebbe che imparassimo
dall’esperienza del laboratorio?
Ad amare i libri.
A leggerli con più consapevolezza. Spero che adesso sappiate riconoscere un
autore che vi dice le cose invece di mostrarvele, che vi concentriate sul
messaggio più profondo che un libro vuole trasmettere. Un libro si può gustare
con calma, in modo sempre più profondo, si può rileggere e scoprire cose nuove
che erano sfuggite la prima volta... Insomma, vorrei che i libri diventassero
vostri amici, degli amici da non mollare mai, magari anche da “inventare”, come
lo sono per me.
Noi la ringraziamo per averci seguito con
pazienza e dedizione durante il laboratorio di scrittura creativa e per averci
dedicato il suo tempo per questa intervista. Le auguriamo molto successo.
Con affetto, la classe 1b
Grazie a voi e a
tutte le vostre insegnanti! Per me è stato un piacere e spero che ci rivedremo.
3 commenti:
ragazzi questa intervista è stata bellissima e vi dico che siete stati bravissimi a riassumerla ... anche io volevo esserci !!!
Anita 1°D
anche io vorrei esserci stata... anche i ragazzi si 1°C hanno partecipato al laboratorio di scrittura creativa ed a me è piaciuto molto e ci ha seguito Sara Saurin
Sofia 1°C
Ciao, l'autrice ci ha preso gusto a farsi intervistare, quindi se avete altre domande sono qui :)
A proposito: stiamo ancora impaginando i vostri racconti perché Sara Saorin e io ci siamo dovute dedicare completamente alla fiera di Bologna (una delle più importanti al mondo per quanto riguarda la letteratura per ragazzi).
Due dei vostri fantasy sono già pronti, a due mancano solo le illustrazioni e gli altri saranno completati al più presto.
Intanto: complimenti sia per i risultati ottenuti con il laboratorio, sia per il blog.
Livia
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