Ci sono momenti, anche se è il tuo mestiere, in cui non vorresti pensare alla scuola. Troppo doloroso e angosciante ritornare sulle ragazze incendiate di Brindisi, i loro oggetti dispersi e neri, e sulla malvagità abnorme di chi ha voluto profanare col gas il piazzale della loro scuola. Sentiamo, quali che siano stati i motivi malati di quell’azione, che ha il segno dell’infamia, e che così è vissuto immediatamente da tutti noi, gli umani.
Ma, proprio perché
pensiamo davvero questo, significa anche che le scuole, i loro spazi e scopi, ci
sono tanto cari. Che, per tutti noi – e non importa se ci andiamo come alunni,
insegnanti o genitori – è
una zona buona
dell’esperienza, quasi un’estensione collettiva di casa nostra, e dunque un’area
vietata alla grande cattiveria.
Credendo
questo, e solo per questo, si può andare ora più sereni alle cose di casa
nostra, all’Istituto comprensivo che nasce a settembre.
La media Valgimigli e la direzione
didattica di Albignasego fra poco diventeranno insieme una grande scuola: oltre
1800 alunni, più di 80 classi, 200 tra docenti e personale in 8 diversi
edifici. Si tratterà di una delle
istituzioni scolastiche più complesse della Regione, dentro la quale, acquisito
il destino congiunto dettato dalle leggi, bisognerà disegnare e realizzare la
comunione delle intenzioni educative e dell’organizzazione.
Niente è facile qui. Ogni plesso ha
la sua anima, i suoi ritmi e storia, un proprio respiro, un’identità. Ogni corpo
chiede ascolto e ama il suo suono. Tuttavia è la bella musica che si dovrà
cercare, e dell’orchestra l’armonia.
A
podio vuoto e senza provare, si può solo azzardare un possibile spartito per
una sinfonia su tre momenti. Il primo, l’immediato fa-re per dir così, mette a trama l’esperienza unificante delle
procedure: spetta alla nuova segreteria
immaginare un’organizzazione semplice e unitaria per l’accesso e il dialogo tra
le famiglie e tutta la scuola. Su questo lato è plausibile l’impiego sempre più
esteso degli strumenti digitali, a cominciare dal sito web che può essere tanto
un luogo di racconto e di informazione sulla vita delle differenti realtà del
Comprensivo, quanto un mezzo di semplificazione per le pratiche comuni.
Il
secondo movimento porta luce sulle competenze degli insegnanti e soprattutto
sulla nuova opportunità di far risuonare in una più ampia platea le capacità e
gli interessi di ciascuno. Le azioni eccellenti o le buone pratiche,
sperimentate già in qualche sezione, potranno essere riconosciute e replicate ora
su decine di altre per il beneficio di tutte, a cominciare dalla didattica con
le lavagne interattive e dei laboratori.
Il terzo momento, il più importante e
profondo, riguarda la verticalità degli insegnamenti e dell’educazione dei
ragazzi. Progettare e realizzare nel tempo un curriculum integrato in otto anni
è la vera novità del Comprensivo, il suo punto di forza e la sfida. Comunque, e
per intanto, la-si-fa…
Giancarlo
Pretto
dirigente
scolastico