martedì 15 maggio 2012

Incontro con la scrittrice Silvana De Mari

Martedì 8 maggio la 2ª E, la 2ª D e la 2ª G hanno incontrato alla seconda ora solastica, in aula multimediale, la scrittrice fantasy Silvana De Mari, autrice dell’Ultimo Elfo, Ultimo Orco e Il Gatto dagli Occhi d’Oro. La dottoressa (perché lavorava come medico in Etiopia, mentre ora fa la psicoterapeuta) ha tenuto un discorso prima di cominciare con la spiegazione del libro Il Gatto dagli Occhi d’Oro.

Innanzitutto ha parlato del cervello: esso è composto da una parte razionale e da una parte irrazionale. Poi ha spiegato che l’elemento per cui viviamo sono i racconti: infatti lei, quando suo figlio stava male, gli raccontava una storiella e il dolore passava. Inoltre, ha detto che in moltissime storie si rispecchia però la figura della donna “violentata”: nella Bella e la Bestia la protagonista viene venduta dal padre a una bestia; nella versione cinese di Cenerentola la ragazza (anche se non lo si dice) ha subito una grave operazione di rottura alle cinque ossa del piede, in modo da renderlo più piccolo; in Biancaneve la protagonista è maltrattata dalla perfida strega e così via.
Sono molte, infatti, nel mondo le donne che vengono brutalmente violentate, ed è per questo motivo che ha deciso di scrivere il Gatto dagli Occhi d’Oro, proprio per dedicarlo a una ragazza somala che a cinque anni è stata mutilata ed è fuggita in Olanda.

Dopo questa introduzione, l’autrice ha risposto a domande sul suo libro, pubblicato nel 2009. Il primo a porle un quesito sono stato proprio io, e le ho chiesto: «Perché inserire in un solo testo tanti elementi forti, come il nazismo, il Tribunale dell’Inquisizione e l’infibulazione?». Come compenso ho ricevuto una gustosa fetta di torta al limone, secondo la promessa, fatta dall’autrice, di offrirne una per ogni domanda interessante.
Altri miei compagni le hanno sottoposto i loro interrogativi, ottenendo sempre una risposta da questa favolosa scrittrice. Alcune domande che ricordo bene erano:
«Dov’è ambientata la storia?»
In una città simile a quella di Portovecchio (Corsica, Francia).
«Perché ha messo nel racconto un basset hound di nome Favola?»
 Perché io ho proprio un basset hound di nome Favola!
«Perché proprio un gatto nero e non un altro animale come protagonista?»
Perché i gatti erano considerati elementi di stregoneria, capaci di portare l’anima delle “streghe”, le quali però non erano altro che semplici fattucchiere o persone che curavano malattie e facevano nascere i bambini.

Alla fine, uno alla volta, ci ha autografato i nostri libri.

A mio parere, questo incontro è stato molto interessante, ma mi piacerebbe ripeterlo, magari dopo aver letto Io mi chiamo Yorsh, che non è altro che il prequel de L’Ultimo Elfo. Però, devo dire che sarebbe bello anche se incontrassimo anche un altro scrittore, che so, Dan Brown o la Rowling…

Matteo Piazzon Facchina 2ª E

Nessun commento: